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Pubblicato in data 3/1/2009 ● Click 5540

I Cappuccini di Guglionesi nella soppressione innocenziana dell'anno 1650


Luigi Sorella © FUORI PORTA WEB

In questi anni in cui ho fatto - senza alcuna pretesa o dignità scientifica - ricerca per la Storia locale, molti dati documentali sono emersi e riemersi tra i miei appunti per integrare, per aggiornare, per correggere talune indicazioni che costituivano un patrimonio di notizie ormai “consolidate” nella tradizione letteraria – libri, guide, opuscoli, etc. – di Guglionesi.
Emblematiche sono state le ricerche sulla figura e sul culto del santo Patrono di Guglionesi, poi integralmente pubblicate nel libro “Sant’Adamo di Guglionesi” [a cura di Gerardo Cioffari e di Luigi Sorella, Palladino Editore, Campobasso, 2005], e dove una rilevante quantità di fonti inedite hanno permesso di tracciare vari aspetti agiografici che ruotano attorno alla figura di un abate benedettino, di nome “Adam” (così è riportato il suo nome nei documenti del codice diplomatico di Tremiti), attivo, intorno alla metà del secolo decimo primo, nel monastero benedettino di Santa Maria delle isole Tremiti.
Da qualche anno – oltre dieci – penso all’ipotesi di una eventuale “Cronistoria di Guglionesi”, diciamo “aggiornata” dal punto di vista documentale, ribadisco: senza alcuna pretesa o dignità scientifica. Ma di strada da fare c’è ...e tanta! In questo contesto di “revisione” e soprattutto di “verifica puntuale” dei dati documentali sulla Storia locale presenti nella nostra letteratura, c’è la questione relativa alla “soppressione innocenziana” dei conventi, che registriamo anche a Guglionesi intorno al 1650.
Papa Innocenzo X – da cui prende il nome la stessa iniziativa – con la bolla “Instaurandae regularis disciplinae” emanata nel 1652 decise di sopprimere tutti i conventi e le piccole comunità religiose che non avessero più i requisiti per poter continuare, per varie ragioni che qui poco ci interessano, le loro funzioni all’interno delle comunità civili. Di fatto, alla metà del secolo decimo settimo, fu dato seguito alla tendenza di secolarizzazione della Chiesa emersa nel Concilio tridentino (1545-1563). Conoscevamo, per le fonti recentemente recuperate, la soppressione del convento di San Francesco d’Assisi a Guglionesi, grazie ad un documento storico che ritrovammo qualche anno fa, come volontari di studio della Parrocchia di Santa Maria Maggiore di Guglionesi, nell’Archivio Segreto Vaticano [il documento fu pubblicato nel libro “Guglionesi. Il Convento di San Francesco d’Assisi”, Morlacchetti, Di Santo, Aceto, Catalano, Sorella, Palladino Editore, Campobasso, 2003].
Il Convento dei Cappuccini di Guglionesi, invece, per le fonti disponibili fino ad oggi nella letteratura pubblicata sulla Storia locale, pare non essere stato soggetto all’inchiesta innocenziana. Il Rocchia, attento studioso di Storia locale, così riporta le notizie documentali sul Convento di Santa Maria delle Grazie: “Chiesa e Convento di S. Maria delle Grazie. Furono edificati sulle rovine del Castello da Piedi nel 1643, e poi soppressi nel 1809, e 1868. Attualmente il convento è adibito a carceri” ["Cronistoria di Guglionesi…", A. M. Rocchia, ristampa a cura di G. Morlacchetti, 1991, Vasto, pag. 43]. “A Giulio Cesare successe nella Signoria Giovanni, che a spese sue e della moglie Lucrezia d’Avalos sulle rovine del Castello da Piedi fabbricò nel 1643 il Convento di S. Maria delle Grazie fu concesso a’ PP. Cappuccini, i quali abbandonarono perciò il loro Convento di S. Maria in Valentino, ossia “S. Maria a luongo” vicino Termoli, perché non avevano colà limosine sufficienti al loro sostentamento. In questo nuovo Convento i Cappuccini tennero talvolta aperto lo studio della Provincia, e vi si osservava esattamente la Regola. La Chiesa fu consacrata a’ 6 novembre del 1672 da Giulio Arcivescovo d’Iconio e figlio del Fondatore (…). In questa Chiesa corredata secondo l’esigenza della serafica povertà di que’ Padri, era la Sepoltura gentilizia della Famiglia Ducale (…)” [Cronistoria…, op. cit., pag. 149].
Dunque, secondo il Rocchia, il Convento dei Cappuccini di Guglionesi fu soppresso nel 1808 e nel 1868, ma non nel 1652, benché fabbricato – secondo i dati documentali dello stesso Rocchia – nel 1643 ed inaugurato (almeno la chiesa dedicata a Santa Maria delle Grazie) nel 1672. Interessante, anche, tutta la storia ottocentesca del Convento dei Cappuccini di Guglionesi, ma di questo avremo modo di scrivere in futuro.
Tra le ultime ricerche – grossomodo qualche mese fa – da me effettuate in merito, ho rinvenuto la relazione redatta per l’inchiesta sulla eventuale “soppressione innocenziana” del Convento dei frati minori Cappuccini di Guglionesi. Il documento, che di seguito trascrivo solo in parte, fornisce due indicazioni storiche importanti per l’aggiornamento della Storia locale: intanto il convento fu fondato nel 1628 (dato fino ad oggi del tutto inedito), con il consenso del Vescovo di Termoli mons. Girolamo Cappelli, su istanza del duca Giovanni Caracciolo (e non “Ceraiolo” come trascritto sul documento dell’inchiesta); e poi il convento fu comunque oggetto dell’inchiesta inerente la “soppressione innocenziana” con la relazione redatta in loco il 24 febraro 1650. “Collonesi – [foglio 6 recto] Il convento de’ frati minori cappuccini di Collonesi, della provincia di S. Angelo, detto la Concettione, situato un tiro di moschetto fuor le mura della terra, su la pubblica strada, fu fondato l’anno 1628, col consenso di monsignor Girolamo Cappelli, vescovo di Termoli diocesano, ad istanza del signor don Giovanni Ceraiolo, duca di detta terra, il quale lo fabbricò a sue spese secondo la povera forma cappuccina, con l’ordinaria officine inferiori e ventiuna celle superiore. Il detto convento, oltre la chiesa e l’horto da coltivare contiguo, quali sono della Sede Apostolica come pure il convento (…). Vi abitano di famiglia sette frati, cioè sacerdoti tre, un chierico e laici tre. Sacerdoti: il p. Onofrio da S. Giovanni, guardiano, p. Andrea dalla Serra, p. Lorenzo da S. Marco. Chierico: fra Giovanni Battista da Putignano. Laici: frant’Antonio da Lentella, fra Francesco da Santa Croce, fra Bernardo da Veticuso. [foglio 6 verso] Ha mantenuto per il passato, e può anco adesso mantenere questo convento, con l’elemosine somministrate da benefattori e popoli devoti, numero maggiore di religiosi; ma di presente, per causa della mortalità di quest’anno e degl’antecedenti, non ve ne sono più. (…) In fede habbiamo sottoscritta la presente di proprie mani, e signata col solito sugello locale. In Collonesi, 24 di febraro 1650 (…)”.
Non può escludersi, allo stato attuale delle ricerche, che il Convento dei Cappuccini sia stato, forse, addirittura chiuso al termine dell’inchiesta innocenziana e, poi, forse riaperto intorno al 1670 (Rocchia cita l’inaugurazione della chiesa di Santa Maria delle Grazie nel 1672). Anche per il Convento dei Conventuali di Guglionesi, dopo la soppressione del 1652, si procedette alla riapertura nel 1675.
Il documento integrale sull’inchiesta innocenziana e diverse altre fonti inedite, rinvenuti in diversi archivi da me consultati, saranno in futuro, forse, pubblicati per tracciare la storia del Convento dei frati minori Cappuccini nel contesto delle vicende documentate di Guglionesi.


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