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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 5/12/2008 ● Click 2158

Il genio italiano dei fumetti Benito Jacovitti


Filippo Salvatore © FUORI PORTA WEB

Il 3 dicembre saranno trascorsi 11 anni della morte di Benito Jacovitti, il più geniale fumettista italiano del Novecento. Gli piaceva definirsi "fumetttaro" ed era meglio conosciuto dagli appassionati o collezionisti come "Jac" o "Lisca di Pesce", a causa del simbolo con cui era solito firmare i suoi disegni. Jacovitti era nato a Termoli, nel Molise, nel 1923 da padre abruzzese, di Lanciano, e da madre di origine arbresh o albanese. A quindici anni si trasferisce con il padre ferroviere e con il resto della famiglia a Firenze. Nel 1946 si è stabilito a Roma dove ha vissuto e lavorato e dove si è spento a 74 anni.
Benito manifesta fin dalla tenera età il suo talento naturale per il disegno. Chi lo ha conosciuto giovane a Termoli ricorda che già alle scuole elementari amava disegnare storie su lastre di pietra o sui muri delle case della città. Colpita dalla icasticità delle forme e dal piglio satirico dei contenuti, la gente si fermava a guardare e ad ammirare i suoi disegni. Anche durante le ore di scuola si dilettava a disegnare vignette o a fare caricature dei suoi compagni di classe e dei suoi insegnanti.
Nel 1939 a Firenze frequenta la scuola d'arte ed il liceo artistico dove ha l'occasione di conoscere Franco Zeffirelli e un altro fumettista di talento, poi diventato regista, Federico Fellini. É proprio al liceo artistico di Firenze che gli viene affibbiato il soprannome " Lisca di Pesce", poiché era diventato uno spilungone alto alto e magro magro.
A soli sedici anni disegna per la casa editrice La Taurina di Torino l'unica storia seria della sua carriera dal titolo ‘L'eroe delle Cinque Giornate', l'avventura di un ragazzo che partecipa eroicamente alla difesa della repubblica milanese nel 1848.
Ma è soprattutto la vena comica, caricaturale che lo ispira e lo caratterizza. Jacovitti pubblica alcune vignette su ‘Il Brivido', un giornale umoristico fiorentino. Comicia anche verso i vent'anni la sua collaborazioe a ‘Il Vittorioso', collaborazione che durerà fino al 1967. È un periodo fecondo, creativo. Jacovitti crea e fa vivere sulle pagine de ‘Il Vittorioso' una quarantina di personaggi. Parallelamente collabora al periodico satirico ‘Il Travaso'.
Nel 1957 inizia la sua decennale collaborazione a ‘Il Giorno dei Ragazzi' il cui frutto migliore, che lo renderà celebre e gli permette di assurgere tra i migliori fumettisti italiani e mondiali, é il personaggio di Cocco Bill.
La fama di Jacovitti cresce e diventa fino al 1982 il fumettista per eccellenza, del ‘Corriere dei Piccoli' e del ‘Corriere dei Ragazzi', la bibbia italiana delle letture giovanili fino all'avvento dell'era del computer. Nel 1973 collabora anche per breve tempo a ‘Linus', il cui frutto é il personaggio di Gionni Peppe, un giovane contestatore. Disegnatore con notevole e vivace estro creativo, Benito Jacovitti possiede uno spiccato gusto per le situazioni paradossali. La sua fantasia galoppante prende lo spunto dalla cronaca giornaliera. Jacovitti, piu' che giudicare, racconta con distacco satirico. È un saggio che si serve dell'umorismo per sottoli neare le piccolezze e le follie del mondo. È un burattinaio, alla Federico Fellini, alla Ludovico Ariosto. Il tono divertente delle sue parole e la grafica caricaturale delle sue immagini presuppongono l'adesione ad una forma di saggezza eterna, quella del buon senso e della responsabilità individuale e collettiva. ‘La mia comicità, ha detto Benito Jacovitti, vuole essere quella delle torte in faccia del cinema muto. Non mi piace sprecare la carta.' Il gusto per il paradosso e la mancanza di spazi vuoti nei suoi disegni si spiegano in funzione di questa dichiarazione. Ne sono l'espressione le sue vignette per i periodici satirici ‘Dario Vitt e Il Male, Zut e Tango'. Jacovitti ha lavorato anche per la televisione ed ha realizzato cartoni animati. La sua illustrazione del capolavoro di Carlo Collodi ‘Pinocchio' è ormai considerato un classico nella storia dei fumetti.
Fino alla fine Jacovitti ha preferito usare una boccetta d'inchiostro nero ed un foglio di carta porosa per dare vita ai suoi personaggi, frutto di una fantasia inesauribile ed incontrollabile. È a giusta ragione che Benito Jacovitti è ritenuto al giorno d'oggi uno dei migliori ‘fumettari'italiani. La sua comicità è semplice, accessibile, ma ci obbliga anche a riflettere. L'umorismo, diceva Luigi Pirandello, è ‘la coscienza del contrario.' E nel rappresentare il mondo con le sue pecche ineliminabili, Jacovitti l' ha tanto deriso, ma ci ha fatto anche tanto ridere. A Roma esiste oggi l'Associazione Benito Jacovitti che cura anche un sito web, accessibile in rete. Ne è presidente la figlia Silvia. A Termoli, la sua città natale, è esistita il Jacovitti Club dal 2000 al 2007 che gli ha intestato una targa in marmo sulle mura della casa natale.Chi visita il bar-gelateria Cocco Bill nel borgo antico, davanti alla bella cattedrale romanica di San Basso, potrà vedere diversi disegni del Maestro. Il Liceo Artistico Statale di Termoli porta giustamente il nome di Benito Jacovitti.
Filippo Salvatore, Concordia University, Montreal | News ITALIA PRESS
http://www.newsitaliapress.it/pages/dettaglio.php?id_lnk=3_148705


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