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PoliticaGuglionesi
Pubblicato in data 28/2/2025 ● Click 158

Lo scioglimento dell’assemblea cittadina


Redazione FPW © FUORI PORTA WEB

Nel mese di febbraio 2024 ricorre l’ultima convocazione del consiglio comunale di Guglionesi, oltre un anno ormai!
Dal 5 marzo 2024, a seguito delle dimissioni irrevocabili del Sindaco (eletto il 15 maggio 2023), la comunità è vincolata all’amministrazione prefettizia del commissario designato, fino a nuove elezioni comunali.

L’assenza del consiglio comunale – così prolungata nel tempo benché rappresentativo di ogni comune, come previsto dall'art. 114 della Costituzione della Repubblica Italiana – richiama la cittadinanza a riflettere sugli effetti dello “scioglimento” dell'assemblea civica.

In Italia, durante l'epoca fascista, dal 1926 al 1945, a seguito della promulgazione di due delle cosiddette leggi fascistissime, ovvero della legge 4 febbraio 1926, n. 237 ("Istituzione del Podestà e della Consulta municipale nei comuni con popolazione non eccedente i 5 000 abitanti") e del regio decreto 3 settembre 1926, n. 1910 ("Estensione dell'ordinamento podestarile a tutti i comuni del regno"), gli organi elettivi dei comuni, ovvero il sindaco, la giunta comunale ed il consiglio comunale, vennero soppressi, e tutte le loro funzioni furono trasferite ad un singolo soggetto, il podestà, che era nominato direttamente dal governo tramite regio decreto. Il podestà fascista rimaneva in carica cinque anni, con possibilità di rimozione da parte del prefetto in qualsiasi momento e di riconferma oltre i cinque anni canonici.

Dopo la fine della guerra di liberazione italiana (1945), sulla scorta del decreto legislativo luogotenenziale 4 aprile 1944, n. 111 ("
Norme transitorie per l'amministrazione dei comuni e delle province"), fu ripristinata la carica di sindaco, affidandone provvisoriamente la nomina al Comitato di Liberazione Nazionale (CLN). In seguito, grazie al decreto legislativo luogotenenziale 7 gennaio 1946, n. 1 ("Ricostituzione delle Amministrazioni comunali su base elettiva"), vennero nuovamente introdotti la giunta ed il consiglio comunale, con i rispettivi ruoli, e sia il sindaco che la giunta tornarono ad essere scelti dal consiglio comunale, a sua volta eletto dai cittadini. Tale ordinamento è rimasto in vigore fino al 1993, anno in cui è stata introdotta l'elezione diretta sia del sindaco che del consiglio comunale da parte della cittadinanza e la nomina della giunta da parte del sindaco” [cfr Wikipedia].

A Guglionesi, dal 1926 al 1942, i podestà e i commissari prefettizi furono: Gabriele Bonanni (regio podestà, 1926-27), Ernesto Somma (commissario prefettizio, 1927-28), Luigi Sorella (regio podestà, 1928-31), Gino Querci (commissario prefettizio, 1931), Gaetano Acciaro (regio podestà, 1931-32), Gino Querci (commissario prefettizio, 1932-33), Ernesto Somma (regio podestà, 1933-37), Nicola D’Angelo (regio podestà, 1937-40), Carlo Celli (commissario prefettizio, 1940), Michele Quaranta (commissario prefettizio, 1940-42), Nicola Angelo D’Anselmo (commissario prefettizio, 1942).

Quasi tutti originari di Guglionesi, i podestà e i commissari prefettizi furono impegnati nella gestione del bene comune su vari ambiti, in particolare nell’ammodernamento del paese, conoscendone personalmente le istanze e le esigenze.
Da cittadini e da residenti in Guglionesi, ciascuna autorità governativa lasciò un segno nell’azione amministrativa, pur nella modalità monocratica e nelle procedure prive di collegialità civica secondo l'ordinamento giuridico nell'operatività municipale dell’epoca: il completamento dell'edificazione della scuola di piazza Indipendenza (attuale sede didattica dei licei), primo edificio pubblico a destinazione scolastica e inaugurato alla presenza del medico commissario Somma; lo sviluppo urbanistico del primo quartiere periferico al centro storico (“portanova”), fornendo concretamente una soluzione abitativa per l’aumento demografico della popolazione; le “case dei mutilati” di via Capitano Verri, alloggi per i reduci della prima guerrra mondiale ed edificati con fondi statali per l’impegno sociale e finanziario del sottosegretario guglionesano l’on. Mario Carusi, esponente alla Comunicazione del governo Mussolini; l’adeguamento delle strade carrabili e provinciali, completando un’azione avviata sin dall’Ottocento per dedizione amministrativa del medico guglionesano Giandomenico De Sanctis (al quale è intitolata la strada del municipio), già sindaco di Guglionesi (1876-78) e autorevole consigliere provinciale del XIX secolo.

Nel 1946, con il ripristino delle amministrazioni comunali su base elettiva, si tornò alla rappresentanza pubblica del consiglio comunale, coinvolgendo in ogni processo di gestione e di sviluppo gli eletti dalla comunità, benché vari consigli comunali (dal 1946 a febbraio del 2024) furono storicamente sciolti con relativa designazione prefettizia di commissari amministrativi fuori dal contesto locale.

In prospettiva operativa di ulteriori disagi nelle carenze amministrative, forse è opportuno citare un riscontro dimissionario dell’ultimo sindaco: “In questa brevissima esperienza si sono susseguite tantissime e svariate difficoltà, prima su tutte il sottodimensionamento della struttura, con particolare riguardo alla mancanza del Segretario Comunale, figura essenziale per il normale funzionamento della macchina amministrativa, la cui carenza è nota ed interessa l’intero territorio nazionale. La sua funzione di assistenza giuridico/amministrativa in ordine alla conformità dell’azione amministrativa alle leggi, allo statuto ed ai regolamenti diventa ancora più imprescindibile per un Comune importante come il nostro, in un contesto amministrativo ereditato alquanto insufficiente e caotico. A tal proposito ho richiesto tempo fa formalmente un incontro urgente con il Prefetto senza avere nessuna risposta”.

In ogni ambito civico impegnarsi per la propria comunità, consapevolmente e operativamente, non è salire su una giostra: altro giro altra corsa!
Circa quindici mesi senza consiglio comunale restituiranno alla prossima azione municipale (e alla comunità) gli effetti dello “scioglimento” dell'assemblea cittadina.


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