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Pubblicato in data 19/3/2023 ● Click 778

La delega “alla Cultura” in Giunta, nell’esecutivo municipale


Redazione FPW © FUORI PORTA WEB

DA DOVE SI RIPARTE?
Impegnarsi affinché in avvenire si consideri anche al centro dell'esecutivo municipale la priorità “alla Cultura”, essendo in qualche modo la delega della rappresentanza civica essenziale per altre missioni connesse.

È un po’ come se non fosse indicato il Ministro della Cultura nel Consiglio dei Ministri, cioè con un esercizio di tale Ministero, così essenziale e rappresentativo per l’identità dell'Italia e degli italiani, affidato fuori dall'esecutivo.
A proposito, perché si dice (e si scrive) Ministro/a della Cultura mentre, a livello periferico (regionale e comunale), è consuetudine Assessore/a alla Cultura? Curiosità estetica e sinottica di crociana dottrina: Un'aspirazione chiusa nel giro di una interpretazione, ecco l'arte” [B. C.].
 
...DA DENTRO L’ESECUTIVO MUNICIPALE
Assunto spesso da docenti che insegnano, o hanno insegnato, nell’ambito della formazione giovanile e dell’istruzione scolastica, secondo la cronaca storica delle variopinte Giunte municipali l’Assessorato alla Cultura effettivamente è quasi sempre stato incardinato nel mandato puntuale di un Assessore/a della Giunta municipale, per un'opportuna vocazione alla sensibilizzazione (interna ed esterna al contesto della rappresentanza civica) del patrimonio storico-artistico, popolare, antropologico, urbanistico e paesaggistico da parte delle aggregazioni politiche e civiche elette nell’Amministrazione pubblica, attribuendo “alla Cultura” un ruolo strategico all'interno dell’organo esecutivo al quale compete la funzione di attuazione delle scelte e delle decisioni.

In avvenire, alla ricerca di un equilibrio di rappresentanza per l'attribuzione delle deleghe assessorili – con criteri spesso basati sulla quantità (ossia dei voti di preferenza) anziché sulla sensibilità (ossia delle esperienze coinvolte per una certa competenza pregressa) –, qualora si rilevasse la carenza e, dunque, l'esigenza di disponibilità, si consideri pure il Sindaco come custode della delega in Giunta, costituendo il Primo Cittadino della Comunità un riferimento inclusivo per una delega tanto rappresentativa dell'intera collettività, benché alquanto impegnativa in un contesto quale la Cultura (appunto).
 
A supporto di evanescenti condivisioni nel coinvolgimento effettivo della Cittadinanza attiva, in un’epoca lacunosa di remote consulte municipali, di utopiche e infrante istituzioni comunali e di “Maggioranze assai relative”, sempre più rappresentative tra il “sé stesso” e (forse!) il non oltre 15%-35% della popolazione votante – astensionismo docet! –, la continuità amministrativa di deleghe strategiche preserva autorevolezza civica e politica all’Assessorato relativo in ogni esecutivo municipale, evitando i disagi degli assessorati senza assessori in Giunta, per quanto ogni impegno assunto – anche a livello personale – possa essere apprezzabilmente svolto al massimo dell’onestà intellettuale e con estrema diligenza culturale.
 
…DALLA CULTURA AMMINISTRATIVA
Si valutino, culturalmente anche nelle maggioranze elettive e soprattutto in quelle variabili, Consiglieri comunali senza la “condizione” della delega strategica fuori dall’esecutivo – calibrando il peso elettorale compatibilmente con la graduatoria degli eletti (in base ai voti di preferenza espressi dall'elettorato) quale collante di garanzia per l'eventuale tenuta dell’esecutivo –, preservando all'attitudine del “Consigliere di Maggioranza” quella libertà prioritaria e (re)attiva nella complicità di un’azione amministrativa vincolata al mandato popolare, una consapevolezza attenta e dedita a migliorare, a consolidare e a controllare ogni determinazione dell’esecutivo municipale, priva dell'esitazione di una responsabilità limitata all’ombra di una delega quale appendice della Giunta.
 
Anche dall'aspirazione crociana per la Cultura amministrativa e per la consapevolezza dei rispettivi mandati elettivi si commisura l'interpretazione dei livelli di potenzialità e di sensibilità in una rappresentanza civica.


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