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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 1/3/2023 ● Click 612

Guglionesi nel XX secolo (Gizzi-Lemme): "Il primo dopoguerra (1918-1940)"


Antonio Gizzi © FUORI PORTA WEB

Caro Luigi in allegato trovi il quarto invio di GUGLIONESI nel XX Secolo. Questa volta parla di avvenimenti relativi al primo dopoguerra e, quindi, a quell'intervallo che vide la nascita di quello che fu prima movimento, poi partito e dittatura dopo cioè il Fascismo. Guglionesi come ben sai e come ben sanno tutti i lettori del blog subì anch'essa l'Epoca e ne fu anche protagonista sotto certi aspetti per aver dato i natali ad un soldato, Mario Secondo Carusi, militare, grande invalido di guerra, che fu parlamentare dal periodo immediatamente prefascista fino al 1943. C'è molto materiale a proposito e una "summa" abbastanza completa è proprio la tua pubblicazione "Non solo un prete" che invito tutti a leggere e consultare. Io peraltro ho impiegato più tempo per la trasmissione dello scritto per aver cercato di risolvere, senza riuscirci per il momento, qualche incoerenza nei documenti ufficiali. Come notizia aggiuntiva posso dire che Mario Secondo Carusi, invalido di guerra che sarebbe diventato parlamentare, nacque a Guglionesi il 22 Luglio 1888 , da Giovanni Carusi e Giulietta della Porta, entrambi proprietari (terrieri?), nella abitazione di famiglia sita in Vico Seminario, e si sposò a Roma il 23 Novembre 1913 con Brizzi Emilia, nella Parrocchia di San Giacomo non prima di aver ricevuto il sacramento della Cresima il 21 Novembre 1913. Le date dell'avvenuta nascita, però, non coincidono esattamente fra l'archivio comunale e quello ecclesiastico parrocchiale in quanto vi sono due giorni di differenza ma certamente è esatto quello dichiarato agli uffici comunali. In questi i testimoni furono Luigi Ciarciaglino, di anni 30, di professione Vetturale e Michele Cacchione di anni 50, Maccaronaro, che entrambi dichiarano di non saper scrivere e quindi di non poter firmare. Il funzionario comunale era Luigi Somma, Sindaco. Con la promessa di cercare di risolvere quelle che sembrano piccole incongruenze della ricerca e sperando di continuare a fare cosa gradita a te e ai tuoi lettori ti saluto caramente con la promessa di un ulteriore tuffo nel nostro passato sempre più ... prossimo. A presto
Antonio Gizzi


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IL PRIMO DOPOGUERRA (1918-1940)
(Guglionesi XX secolo, Gizzi-Lemme)

L’entrata in guerra dell’Italia era stata preceduta da un acceso contrasto tra i Neutralisti, che erano la maggioranza anche nel parlamento, e gli Interventisti. Questi ultimi animarono manifestazioni di piazza come le “radiose giornate di Maggio” (1915) intese a suscitare l’azione popolare. Ma l’intera generazione di giovani insoddisfatti si infiammò all’idea di compiere sacrifici nobili ed eroici per la Patria. La Guerra mondiale 1915 – 18 fu il primo conflitto a coinvolgere totalmente la società: ogni uomo abile dai 18 ai 41 anni venne chiamato alle armi, senza contare che in alcuni paesi, verso la fine della guerra, furono richiamati anche interventisti molto anziani. Venne imposto alle industrie un ritmo produttivo di emergenza, furono introdotti controlli statali sull’economia e razionamenti di cibo e vestiario, le donne vennero reclutate al lavoro. L’Italia chiamò alle armi dal Maggio 1915 (data della sua entrata in guerra) alla fine del conflitto circa cinque milioni di uomini. Il clima di acceso contrasto fu vissuto anche a Guglionesi, in cui lo scontro fra interventisti e neutralisti cominciò a palesare le divisioni che si dovevano poi registrare a fine guerra. Molti furono i giovani che partirono per il fronte, e parecchi di loro non tornarono più. A loro perenne ricordo fu realizzata una lapide che venne sistemata nella parete della Chiesa Madre sul Corso Conte di Torino. I nomi dei caduti sono riportati sulla lapide del monumento in corso Conte di Torino.

Subito dopo la fine della prima guerra mondiale quando smobilitato l’esercito i soldati fecero ritorno alle proprie case, trovarono una situazione caotica e insostenibile, sia socialmente che politicamente. La disoccupazione aveva raggiunto livelli altissimi, la miseria regnava sovrana. A questi problemi se ne aggiunse un altro: il reinserimento dei reduci nel contesto sociale dopo lunghi anni di guerra.
Gli avvenimenti politici in campo nazionale ebbero una ripercussione anche a Guglionesi. Terminata la guerra, i reduci tornati a casa, pretesero dalle Autorità civili il reinserimento nelle attività lavorative: i più andavano a caccia del posticino sicuro. A Guglionesi non esistevano allora fabbriche, opifici o altre attività industriali che potessero assorbire manodopera, così le richieste furono rivolte verso gli impieghi comunali.
Ci furono dimostrazioni, sommosse e tafferugli. La conclusione fu che con un atto di abuso e di prepotenza, furono allontanati dal comune gli impiegati del tempo, accusati di corruzione e maltrattamenti ai familiari dei combattenti al fronte e al loro posto si sistemarono non i reduci ma i più scaltri. Gli impiegati allontanati dal servizio chiamarono allora in giudizio il Comune, il quale ebbe torto e fu condannato a rimborsare i danni ai ricorrenti. Sembrò che tutto fosse tornato alla normalità e i rancori e le faziosità si fossero spenti lentamente, quando un fatto nuovo, il Fascismo, fece di nuovo precipitare la situazione.
La popolazione si divise in due fazioni: Combattenti e Fascisti, numerosi i primi, pochi ma ben agguerriti e provocatori i secondi.
A Guglionesi, roccaforte del movimento Combattentistico, il 21 febbraio dell’anno 1921 fu costituito il Fascio, che si proponeva di fare argine all’azione dei partiti estremi. Dicono che buona parte dei fascisti molisani, secondo alcuni l’80 per cento, appartenesse al Fascio di Guglionesi che era una sezione comunitaria di massa, caratteristica del Basso Molise e considerata la principale macchina elettorale di Mario Carusi. Presidente era il Consigliere Provinciale Gaetano Acciaro (1). Le vicende politiche di quegli anni sono legate al nome di Mario Carusi. Le due fazioni, prima che in massa i Combattenti confluissero nel Fascio, continuarono a lottarsi. Gli odi si rinfocolarono e ricominciarono gli scontri aperti. Bastava una frase pronunciata fuori posto, una sia pur minima allusione per scatenare un putiferio, con conseguenze gravi e a volte luttuose.
Un pomeriggio una squadra di fascisti rientrava da un’esercitazione ed uno di essi captò a volo una frase ironica pronunciata da un avversario politico. Si passò subito alle vie di fatto e in men che non si dica si radunò una tale massa di Combattenti che i pochi Fascisti, per trovare scampo, dovettero rinchiudersi nei locali della “Società Operaia” (attuale negozio di mobili D’Urbano) dove rimasero assediati fino a notte inoltrata, e riuscirono a sottrarsi all’assedio fuggendo uno alla volta da un giardinetto che si trovava sul retro del locale, grazie all’aiuto di alcuni amici.
In questo clima di tensione e faziosità, uscire da casa la sera era rischioso perché ci si poteva imbattere in qualche scalmanato sempre pronto a menar le mani per un nonnulla. Nel 1920, in un clima così infuocato, ebbero luogo le elezioni comunali e provinciali. Candidati alla Provincia erano il Professore Domenico Pace, cardiologo di fama internazionale, e l’avvocato Gaetano Acciaro, oriundo di Portocannone, sposato con una guglionesana.
Fu eletto l’avvocato Gaetano Acciaro.
Nel 1921 ebbero luogo le elezioni politiche. Il Direttivo dei Combattenti, riunitosi a Campobasso per la scelta dei candidati della nostra Provincia, dopo una lunga e combattuta discussione scelse come candidato il nostro concittadino, l’avvocato Mario Carusi, Ufficiale dell’esercito e grande mutilato di guerra, il quale fu eletto deputato al Parlamento con 3511 voti. Venne poi riconfermato alle elezioni del 6 Aprile 1924. Dopo una campagna elettorale svoltasi senza particolari incidenti, le due liste fasciste ottennero nel Molise la più alta affermazione in percentuale in Italia: il “Listone” ottenne 45.427 voti e Mario Carusi risultò essere il primo eletto con 11.266 voti di preferenza.
L’Onorevole Carusi nel 1924 fu nominato Sottosegretario alle Comunicazioni di cui era Ministro Costanzo Ciano.
Al Comune venne eletto sindaco Andrea Caruso, Alias Capitano Volpe, con la lista “Rinnovamento” (Partito Sardo d’Azione) anch’essa sostenuta dai “Combattenti”.
Intanto il fascismo si era impadronito del potere. A Guglionesi fu mandato il Federale Lembo con l’incarico di convincere i Combattenti ad effettuare la fusione con i Fascisti, così come stava accadendo nel resto di Italia. Gli accordi segreti con gli esponenti della sezione Combattenti, che accolsero l’invito, sono sconosciuti ma è facile immaginarli in quanto gli stessi esponenti li ritroviamo in seguito figure di primo piano del Fascismo locale. Questo avvenne al vertice. Ma la base non gradì questa inversione di rotta, perché la lotta continuò e venne a determinarsi una situazione tutta particolare, quasi anacronistica.
Anche l’On. Carusi, Deputato eletto nelle file dei Combattenti, aderì al Fascio, tra i disaccordi degli ex sostenitori. L’incresciosa situazione creatasi consigliò l’onorevole Carusi a stabilirsi a Termoli. I suoi discorsi cambiavano tono e contenuti a seconda se parlasse a Termoli oppure a Guglionesi. Iniziò in paese quello che era già avvenuto in campo nazionale: non passò molto tempo che la minoranza Fascista, spalleggiata e assecondata dai militari e dalla polizia, prese il sopravvento. Anche a Guglionesi iniziarono le vendette personali, soprusi, purghe a base di forti dosi di olio di ricino fatto bere con la forza agli avversari politici, e parecchi nostri concittadini, specie quelli più esposti ed irriducibili, ebbero a soffrirne le conseguenze che si traducevano in sopraffazioni e prepotenze. Quando furono certi di essere riusciti nel loro intento, sciolsero le Amministrazioni comunali elette dal popolo e al posto dei sindaci imposero il Podestà nominato dal Federale.
Il primo Podestà fascista di Guglionesi fu l’avvocato Gabriele Bonanni, cognato dell’onorevole Carusi e oriundo di Tavenna. A lui fece seguito il geometra Luigi Sorella (1928 – 1930), e poi ancora l’avvocato Gaetano Acciaro. Quest’ultimo venne estromesso dalla carica a furor di popolo, vittima delle lotte intestine per il potere. I suoi avversari lo temevano per la sua intraprendenza, e al suo posto fu nominato un commissario prefettizio con l’intendo di rappacificare gli animi. Fu scelto un neutrale non impegnato nelle opposte fazioni, il Cavaliere Ernesto Somma (1933 – 1937).
Durante il periodo in cui il Somma resse le sorti del Comune, fu iniziata la costruzione dell’edificio scolastico delle scuole elementari e fu sistemata la pavimentazione dei marciapiedi di viale Margherita che ancora oggi si è soliti chiamare impropriamente “Lungomare”. Nel 1930 si registrarono difficoltà che travagliarono molto gli agricoltori per cui si verificò un’ennesima crisi che colpì in modo netto la pastorizia, in quanto mancava la collocazione dei suoi prodotti.
Il processo di moralizzazione operato dal Fascismo anche nel Molise, si manifestò pure a Guglionesi con l’evidente scopo di contribuire ad affrontare la depressione economica che investiva il mondo intero.
Intanto sulla stampa, siamo nel 1935, incominciano a farsi sentire le prime voci di guerra che sembravano poter dischiudere una prospettiva di soluzione dell’annoso problema della povertà e della disoccupazione di massa. In questo clima Guglionesi vive fino al 1937, compiacendosi di essere parte di una Provincia, quella di Campobasso, che lo stesso Mussolini definiva “la più rurale d’Italia”. Ma il problema della disoccupazione si faceva sempre più sentire. L’agricoltura non poteva assorbire tutta la manodopera; erano i tempi in cui mietitori provenienti dai paesi dell’interno venivano a frotte stanziando sotto i portici del sagrato e sul muraglione di fuoriporta alla ricerca di un lavoro sia pur stagionale. Fu per questo che anche per i molisani e, quindi per i guglionesani, l’Africa e la Spagna prima e la seconda guerra mondiale dopo, si presentavano “occasione di lavoro”. Durante il regime Fascista pochi furono quelli che si dichiararono antifascisti. Fra questi ricordiamo Ludovici, Direttore Didattico, il quale fu arrestato e deferito al Tribunale Speciale in quanto aveva, sul treno Termoli – Campobasso, offeso Mussolini e il Fascismo e il farmacista Nicola D’Abramo. Agli anni ruggenti (1919 – 1929) in cui il Fascismo si consolidò e agli anni duri, 1929 – 1939, seguiti dalla “grande depressione” iniziata già in America e diffusasi in tutta l’Europa, si intravvidero già all’orizzonte i prodromi di un cambiamento che doveva poi esplodere a breve scadenza. Guglionesi viveva questi eventi e si preparava anch’essa a voltare pagina.


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