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Pubblicato in data 17/1/2021 ● Click 1941

Ricordo di Ersilia Berchicci


Giorgio Senese © FUORI PORTA WEB

Scrivere il necrologio per la propria madre, senza scadere in frasi di circostanza, è difficile.
Per chi legge poi, si rischia sempre di proporre una cosa scontata e stucchevole.
Proverò quindi a ricordare con brevissimi cenni la sua vita, a beneficio di chi l'ha conosciuta e amata.
Era venuta da Petacciato, da una famiglia povera. Era quinta di sei figli.
Sua madre, mia nonna, (unico mio legame di sangue con Guglionesi), si chiamava Antonietta Medulli nata da Lucia Caruso.
Quindi guglionesana da parte materna ma palatese (Berchicci) da quella paterna.
I miei nonni si erano conosciuti bambini, nei campi contadini strappati all'antico bosco tra Guglionesi e Petacciato.
Rimasti entrambi orfani delle rispettive mamme in tenera età e soggetti alle angherie delle matrigne, si erano incontrati, rincuorati a vicenda e mai più lasciati.
Mia madre incontrò casualmente mio padre durante la festa di S. Antonio Abate del paese.
Lei viveva a Petacciato, lui a Larino, ma aveva lì una zia che andava a trovare.
La distanza tra i paesi era tanta da coprire in bicicletta, ma quando ci si innamora tutto è possibile.
Il loro fu un amore senza grandi clamori o esposizioni ma sicuramente grande e profondo.
A riprova di ciò, il fatto inconfutabile che sono morti a distanza di anni, lo stesso mese, lo stesso giorno e alla stessa ora, e io non credo al “caso”.
Mio padre morì troppo presto per negligenze imperdonabili da parte dei datori di lavoro, lei rimasta sola, ma non si arrese.
Nel nome di quell'amore difese strenuamente la famiglia e divenne il perno intorno a cui noi figli crescemmo.
S. Giovanni della Croce dice che alla fine, saremo giudicati sull'amore.
Sarà questa la misura che distinguerà una vita vissuta pienamente da una senza senso.
Nel caso di mia madre, non ho dubbi.
Ci lascia un grande esempio di amore senza risparmio e la sua incontenibile gioia di vivere.
Ha lottato con tutte le sue forze per non lasciarci, ma la vita ha le sue regole anche se penso che le mamme non dovrebbero mai morire.
Mi rincuora sapere che un giorno mi prenderà ancora tra le sue braccia, come quando ero bambino e intonerà piano quell'antica ninna nanna del lupo e della pecorella.
Così che anch'io potrò addormentarmi serenamente.
Ciao mamma, ti amo tanto!

Un grazie a tutti coloro che, anche volendo, non potranno partecipare alle esequie dato il momento storico.
 


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