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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 17/10/2018 ● Click 4229

Solitudine


Francesco Carunchio © FUORI PORTA WEB

Oggi, chi si è firmato il “Grillo Parlante” affronterà un argomento, un tema, totalmente diverso dal proprio “standard”. Non parlerà di costume o di “fatti del paese,” ma di questioni che rientrano nella sfera comportamentale più intima e personale di ognuno di noi. Il già “Grillo Parlante” parlerà di “solitudine”… .

E’ impossibile pensare che, in un mondo globalizzato dove è facile comunicare da un capo all’altro del pianeta (grazie al web), dove con una telefonata puoi metterti in contatto con chiunque, ovunque ed in qualsiasi momento, ci si possa sentire soli.
Eppure oggi, più che mai, la solitudine è un qualcosa che attanaglia e condiziona “troppi di noi”. Si, cari amici lettori, “troppi di noi” : perché a tutti può capitare di vivere una condizione di precarietà affettiva o di abbandono sostanziale.
Avere una famiglia, o “credere” di averla, avere degli amici, o “credere” di averli, è ben poca cosa se poi questi, nei momenti “essenziali” risultano distratti o “attenzionati” ad altro.

Quando (e se) sei “sulla cresta dell’onda” tutti sembrano considerarti ed amarti. Tutti ti apprezzano e stimano, evidentemente non per quello che sei, ma per quello che riesci a produrre in termini economici. Il binomio “avere” per “essere” sembra sempre vincente. Infatti, nel momento nel quale questa condizione non è più … : … scatta la disistima, l’abbandono. Come dire: VALI SE HAI. Quando “no” diventi un impiccio, un rifiuto, una scoria.
Sì: c’è la così detta “attenzione” (solidarietà) civile, quella che non ti “permette di morire di fame” !

Poi: c’è quella “religiosa”, che pretende di “risolverti la vita” salvandoti, anche, l’anima.
Chi vive “la solitudine”, però, sa che tutto ciò non serve, o comunque non basta, e che di solitudine si muore : … perché è letale come la peste ed invasiva come un cancro in metastasi.

La solitudine è un male dell’anima che non chiede “solidarismo” o “carità pelosa”.
“L’attenzione” (solidarietà) civile, è un obbligo di legge per lo Stato e per le famiglie. Già perché la legge tenta di regolamentare un fenomeno che evidentemente esiste sin dalla notte dei tempi. Ma la legge non può affrontare l’aspetto interiore, quello vero, del problema: … e come potrebbe !

Le religioni : … forse loro si … potrebbero !
Infatti, parlando di morale e di amore, queste ( le religioni ) dovrebbero poter alleviare, e forse anche “risolvere il dramma della solitudine”.
Ma c’è la “religiosità” (frutto “marcio” delle religioni), che è “astrattismo spesso frequentato” da persone, che “mettono a posto” la propria coscienza dedicandosi al “prossimo” fino a quando, farlo, non tocca loro il portafogli, o non lo tocca più di tanto, o comunque non gli “cambia” la vita. Nel momento in cui una di queste cose accade, scatta un atteggiamento di auto protezione: … << se io aiuto il prossimo, e nel farlo rischio la mia sicurezza e tranquillità , … tutto … per me … potrebbe cambiare …., correndo …“l’inutile”… rischio di rovinarmi per gli altri … >> .
Pensieri questi, più che, legittimi perché la tutela della propria tranquillità e sicurezza sono sentimenti umani e comprensibili : … anche se … poco …“fraterni”.

Che fare ?
“Il Grillo Parlante” non ha, molte, risposte da dare !
Intanto auguro a tutti, e fra questi anche ai miei circa 25.000 lettori ( più o meno tanti hanno cliccato i miei pezzi -uno solo su 2 Blog- n.d.a.) , di non trovarsi mai in “condizione di solitudine”. E’ un male “sottile” che più di altri può uccidere od indurti ad atteggiamenti deviati quali : alcoolismo, tossicodipendenze ed … altro … ! … Sì … : altro. “Il solo” può, addirittura, arrivare ad augurarsi di “cessare di essere”, pur di liberarsi dal male della solitudine ed io, ahimè, ho saputo e conosciuto persone arrivate a tanto.

Allora : … non restare soli è una possibile soluzione ?
Già : << … ma … chi è che vuole restare solo ! ? >>
E non è neanche facile accorgersi di chi è vittima di questo male perché, a volte per vergogna, altre per “incapacità di comunicare” , il “solo”, si atteggia in modo da nascondere la propria condizione.
Quindi … ?
Credo che chi si renda conto che qualcuno “vive la solitudine” cerchi di comprenderne le cause, stando vicino ed aiutando “il solo”, non con denaro ( non serve ) ma con l’amore ed il rispetto. Questi sono i soli doni utili che un essere umano può dare al proprio simile “vittima di cotanto dramma”. Magari “riservando” loro la stessa attenzione che, alcuni, hanno per cani o gatti randagi. Già … : … anche loro ( “mici e bau” ), spesso, sono più considerati di “un solo”.
… AMORE E RISPETTO … !

Perché una persona vale, e deve essere stimata, per quello che è : non per quello che ha … , non ha più … , o non ha mai avuto.
Fra l’altro molti grandi dell’umanità, che lasciano veri patrimoni a tutti noi, non sono dei ricchi in denaro, ma ricchi “d’ altro”… , … oltre che di solitudine.
Uno su tutti Gesù detto il Cristo, che non ci ha “lasciato una religione”, ma un esempio di vita, non aveva molto di materiale, anzi non aveva nulla ed era un “solo”. Eppure ci ha lasciato un’eredità (morale) enorme. … E … non è stato l’unico !

LUI è morto sulla croce, altri “grandi” in galera o in miseria ed abbandono, -reietti e schifati-, perché le loro “verità”, di persone “sole”, invise a chi si “sente forte” ( la parabola del cammello e della cruna dell’ago la ricordiamo tutti … ).
Attenzione però : non tutti coloro che vivono “la solitudine” sono “dei grandi dell’Umanità”.
ASSOLUTAMENTE NO !

La solitudine, come tutti i mali, colpisce nel mucchio : … è “trasversale” ! Comunque si può essere vittima di questo “male dell’anima” solo se si è persone dotate di sensibilità non comune. Per “i grandi” però, almeno post mortem, spesso c’è la “gloria”, e vengono ricordati “dai più” come esempi. Gli altri, … come durante la vita … continueranno ad essere …, anzi a non essere, considerati. Triste sorte : … ma tant’è … !
Sdrammatizzando … : anche il “Grillo Parlante”, ( figura retorica e fiabesca di saggio ) di Carlo Lorenzini -Collodi-, dicendo delle verità scomode -come sempre le verità sono- è stato, lasciato solo e, messo a tacere “con una martellata”… .

Che dire ancora?!
… L’amore ed il rispetto, forse, sono l’ unica “ricetta” giusta per provare a “controllare” il male della solitudine, e questi ( amore e rispetto ) non li si “compera” al mercato, né nelle chiese, né in nessun altro posto perché, questa merce preziosa, fortunatamente l’abbiamo -già- tutti, e tutti possiamo disporne a volontà cercandola nei recessi del nostro cuore : … giammai nei portafogli !

QUESTO SCRITTO E’ DEDICATO AD ALCUNI MIEI CONOSCENTI (amici), CHE HANNO “CESSATO DI ESSERE”... !


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