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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 13/11/2017 ● Click 1228

È politicamente (s)corretto


Lucia Lamanda © FUORI PORTA WEB

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.
(Attribuito a Voltaire)

Anni fa (in un tempo neppure così tanto lontano), la "fede politica" di ognuno di noi era una questione meramente personale, a volte persino tramandata da generazioni.
È incontrovertibile che la famiglia di origine, avesse un ruolo fondamentale su tale eredità politica. Approssimativamente la categoria lavorativa di appartenenza e la famiglia di provenienza , distinguevano nettamente i votanti. È pur vero che ai tempi era più semplice scegliere la linea politica da seguire. Due, massimo tre le opzioni di scelta (tutto il resto, "sfumature").Ma la cultura e la società sono dinamiche, per cui inclini ad un repentino e ciclico cambiamento il quale coinvolge e stravolge inevitabilmente, anche la vita politica individuale e /o collettiva.
Ma ciò che non avrebbe mai dovuto intaccare era ed è, il rispetto reciproco che contraddistingue i "vecchi" votanti dalla nuova generazione.
Termini offensivi, umilianti e pedanti di nessun genere, appartengono (nè mai apparterranno) al linguaggio di una generazione abituata a rispettare il prossimo rispecchiando se stesso nell'altro.
Le divergenze di opinioni, seppure espresse in un linguaggio "forbitamente colorito" non erano mai intese a ledere la dignità dell'altro, anche avversario politico.
Parole come verme, vigliacco, sporco "fratello" o "compagno di partito" non fanno parte di chi ancora utilizza quel vecchio e SACRO dizionario, semplicemente perché educati a discernere la persona dall'elettore.
Bisognerebbe perciò, ripercorrere un processo inverso di evoluzione e tornare ad una formazione, intensiva, alla considerazione del pensiero altrui e di educazione civica, altro danno della riforma scolastica che  ha abolito lo studio di tale materia.
È vergognoso ed indecoroso, da parte di tutti, esprimere e "postare" il proprio dissenso offendendo, oltretutto volgarmente, il pensiero e le scelte di altri . È democratico e costruttivo invece, farlo semplicemente, intelligentemente, magari evidenziando correttamente ciò che potrebbe spingere l'interlocutore a decidere di rivedere il proprio punto di vista. Ma, va ricordato che in Italia, vige purtroppo ed indissolubilmente, il concetto del "do ut des".
 


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