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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 7/10/2017 ● Click 1037

D’Alema: "Renzi è totalmente estraneo alla sinistra"


Pietro Di Tomaso © FUORI PORTA WEB

Recentemente Massimo D’Alema ha dichiarato: <<Renzi ha distrutto il Pd, lo ha svuotato di contenuti e ne ha completamente svilito l’ispirazione politica>>. Mi permetto di ricordare che già in sede di commento al saggio di Norberto Bobbio (si veda l’articolo su ‘Fuoriportaweb’. Due modi di leggere la società: la distinzione “destra/sinistra” Renzi rilegge Bobbio) incominciammo a conoscere meglio l’attuale segretario del Pd, di comprendere le sue coordinate ideali e culturali. La sua revisione a trecentosessanta gradi della filosofia dell’eguaglianza sulla quale Bobbio aveva costruito la dicotomia e, in conseguenza di ciò, la ridefinizione della coppia destra-sinistra. Destra e sinistra, scrive Renzi, non sono più coincidenti con la libertà individualista in un caso e la libertà che riposa su premesse di eguaglianza nell’altro. Questa dicotomia bobbiana, spiega, apparteneva a un mondo in cui le menti e le idee si situavano in blocchi e classi. La solidarietà giunge quando gli individui cadono. Oggi il liberismo è nelle cose, una sinistra moderna deve porsi l’obiettivo di attivare le energie individuali per portare gli ultimi a vincere la lotta darwiniana e salire su. Questa era l’idea di “nuova sinistra” con la quale Renzi ha inaugurato il suo governo: una visione che ci riportava al “self-made man” di ottocentesca memoria. Bisogna invece “mettere in opera la Costituzione”. <<E’ questa la politica alla quale dovrebbe orientarsi con decisione una forza che si ispira a valori di solidarietà e di democrazia. Certo, non si tratta di progetti che stanno facilmente insieme a politiche liberiste>> (Cosi’ Nadia Urbinati, politologa). Dunque, “occorre che la sinistra si proponga come un’alternativa credibile alla destra, e alle sue varie diramazioni più o meno radicali o populiste. La credibilità si conquista su questioni fondamentali su cui la destra non ha nulla da dire. Chiarezza su “uguaglianza e su diritti” nonché per un welfare che si basi comunque sul lavoro e l’eguaglianza, non sulla carità. La sinistra è nata per difendere la dignità e la libertà di coloro che non hanno e nemmeno vogliono privilegi.. La destra non può promettere questo. Perché l’idea che la muove non è né l’eguaglianza né la giustizia” (Nadia Urbinati, la Repubblica, 29 settembre).

Dice Nichi Vendola, il fondatore di Sinistra italiana: <<c’è una sinistra che la domenica si commuove per il magistero di Papa Francesco e nei giorni feriali si genuflette dinanzi ai profeti della diseguaglianza, della precarietà del lavoro, della privatizzazione dei beni comuni.. . o del finanziare i lager per migranti in Libia>>. Alla domanda di Goffredo De Marchis del quotidiano la Repubblica (Domenica 1 ottobre 2017) se Renzi rappresenta davvero la destra, ecco la risposta: <<Renzi è stato la traduzione italiana del blairismo, l’idea cioè che sia superata la dialettica destra-sinistra. Lo ha scritto nella prefazione al famoso saggio di Norberto Bobbio, soprattutto questo superamento lo ha realizzato dal governo. Se non c’è più dialettica non vuol dire che c’è il vuoto: resta in piedi solo la destra, camuffata o da tecnica o da modernità>>.

Mi piace concludere con una citazione di Max Weber a proposito del lider “carismatico” : <<Per la sua peculiare natura e per la mancanza di un’organizzazione formale, l’autorità carismatica dipende dalla cosiddetta legittimità politica percepita. Se dovesse vacillare la forza di siffatta fede, lo stesso potere del capo carismatico potrebbe decadere rapidamente, il che per l’appunto costituisce una manifestazione di come questa forma di autorità sia instabile>>.


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