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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 6/3/2017 ● Click 1427

I centri storici meritano di essere valorizzati


Pietro Di Tomaso © FUORI PORTA WEB

Riprendo il tema, peraltro già abbozzato in passato, della riqualificazione e valorizzazione dei centri storici. Per quale motivo le amministrazioni locali dovrebbero intervenire? Occorre riqualificarli innanzi tutto per recuperare una identità culturale che altrimenti andrebbe persa. Identità culturale che, fatta conoscere in “rete”, può divenire motore di crescita turistica / di offerta di servizi e quindi rivelarsi economica. Significa, altresì, salvaguardare il contesto paesaggistico all’interno del quale il centro storico è ubicato.

Nella Carta di Gubbio 2010 (Raccomandazioni per la Gestione dei centri storici) si legge quanto segue: <<L’attività di pianificazione deve essere concepita quale elemento finalizzato al conseguimento di uno sviluppo integrato, il cui asse centrale è la cultura, non si tratta solo di conservare e valorizzare i centri storici, ma di inserirli nella dinamica della città contemporanea e assicurando ad essi specifiche opportunità di sviluppo. I centri storici possono e devono essere terreni di innovazione delle modalità di pianificazione e gestione delle trasformazioni, perché solo a partire da una prospettiva nuova, capace di coglierne appieno le potenzialità e le opportunità, si potrà procedere al loro recupero integrale. Le politiche per i centri storici devono assumere caratteri di continuità nel tempo – al di là del succedersi di compagini governative di diversa ispirazione politica – e le azioni di governo devono ispirarsi a principi di governabilità secondo criteri di sostenibilità culturale, ambientale, economica e sociale>>.

Marco Barletta (Università degli Studi del Molise - sede di Termoli - Corso di Laurea in Scienze Turistiche, Relatore Prof. Antonio Minguzzi), in merito all’oggetto di cui ci occupiamo, sottolinea: <<La valorizzazione di un patrimonio di abitazioni già esistente, attraverso un equilibrato lavoro di recupero, permette quindi di risparmiare l’uso del suolo per una nuova edificazione, con tutti i vantaggi ambientali che questo può comportare (elimina sovente inutili cementificazioni). Tra l’altro, oggi più di ieri, vi è un’attenzione spiccata alla cosiddetta “sostenibilità”ambientale degli interventi, così come il crescente mercato del turismo sostenibile, è servito da spinta propulsiva per recuperare edifici e paesaggi del nostro Paese, evitando da qualche anno a questa parte, il fenomeno dell’abbandono dei borghi antichi e favorendo al contrario la conservazione della memoria storica del territorio. La valorizzazione dei borghi antichi è diventata quindi, negli ultimi anni, un’opportunità concreta di investimento, oltre alla sua funzione educativa e materiale tangibile della memoria storica, il patrimonio culturale è riconosciuto come luogo dove intraprendere iniziative culturali ed azioni capaci di sviluppare il livello socio-economico locale del territorio>>. Marco Barletta aggiunge una ulteriore riflessione: <<Ci rendiamo conto, quindi, che se la sensibilità attuale è rivolta alla tutela ed alla conservazione del territorio, non si può non considerare che i borghi adagiati nel paesaggio italiano ne costituiscono una parte caratterizzante, fondamentale ed irrinunciabile, sempre più apprezzata dal turista moderno>>.

Per parte mia sono convinto: i centri storici possiedono in sé un fascino unico e particolare e per questo meritano di essere valorizzati. Certo, Monaco di Baviera (dove sono stato) ha un centro storico grande ed è completamente pedonalizzato. Al riguardo, cambierà la nostra mentalità?


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