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PoliticaGuglionesi
Pubblicato in data 13/10/2016 ● Click 1407

Comunicato del Comitato Si al Referendum Guglionesi


Antonio Di Prospero © FUORI PORTA WEB

Nei giorni scorsi, come riportato dagli Organi di informazione, alcuni consiglieri regionali molisani hanno dato vita ad un Comitato per il “NO” al referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo.

Buon ultima tra le ragioni ispiratrici del no del costituito comitato è l’ormai inflazionato argomento della illegittimità del parlamento eletto con il porcellum, dichiarato incostituzionale. E’ inutile aspettarsi da chi ha consuetudine con la funzione legislativa una analisi un po’ meno superficiale? Abbiamo già pubblicato la parte della sentenza della corte costituzionale che nel dichiarare la incostituzionalità della passata legge elettorale precisava a chiare lettere la piena legittimità del parlamento e la sua totale idoneità a legiferare, e quindi non vi torneremo sopra. Se non si vuole intendere è chiaro che le ragioni del no sono altrove.
Gli altri motivi addotti non brillano di originalità: verticismo,mancata garanzia della sovranità popolare, maggiore confusione dei processi legislativi.
Il verticismo, se lo si vuole chiamare così, è osservazione accettabile entro precisi termini; vero, il governo vedrebbe snellito l’esercizio della sua attività, più semplice e tempestivo nei modi e termini , ma tutto ciò si verificherebbe senza peraltro toccare né ampliare alcuno dei poteri già attribuiti dalla costituzione attuale.
Per quanto riguarda la sovranità popolare è bene che venga riletto il quinto comma del nuovo art.57, modificato espressamente per consentire all’elettore la scelta del consigliere regionale destinato al senato. Di confusione del processo legislativo si potrà parlarne meglio e più diffusamente quando le obiezioni saranno meno generiche e superficiali.
Ma le connotazioni della riforma costituzionale che più hanno sollevato il clamore dei componenti del Comitato per il “no”, promosso dai consiglieri regionali molisani, sono quelle che riguardano i costi della politica, almeno stando a quanto pubblicato.
A loro giudizio infatti i costi non vengono ridotti, se non in misura molto limitata; nelle riduzioni non verrebbero erroneamente incluse,poi, le diarie e i vitalizi di ex consiglieri e senatori.
Quest’ultima osservazione è esatta ma quelle voci non sono state toccate dalla riforma perché non avrebbero potuto esserlo; siamo uno stato di diritto nel quale le diarie si debbono pagare perché sono rimborsi spese ed i vitalizi perché sono diritti acquisiti.
Sono ridotti, anzi eliminati, se nel Referendum prevarrà il “SI”, i rimborsi ed altri trasferimenti monetari a carico della finanza pubblica, per i gruppi politici dei Consigli Regionali. Ma i componenti del comitato pongono in evidenza l’importanza di queste spese richiamando l’esistenza di analoghe provvidenze per i gruppi politici di Camera e Senato. Con poco pudore, per la verità. Il Molise ha un primato: il numero più basso di abitanti per consigliere (14.936) in quanto ha venti consiglieri per poco più di trecentomila abitanti. Fare un confronto con i parlamentari è onestamente cosa che sfiora l’assurdo.
Un ulteriore e significativo risparmio ci sarà, se nel referendum prevarrà il “SI”, in quanto il compenso dei 315 senatori non verrà più erogato per gli anni a venire. 215 Senatori infatti resteranno a casa e i 100 che comporranno il nuovo senato non percepiranno altro compenso che quello a cui hanno diritto come sindaci o consiglieri regionali. I consiglieri regionali eletti nelle prossime consultazioni non percepiranno più le attuali indennità, in quanto il loro compenso non potrà superare quanto percepisce il Sindaco della città capoluogo di regione.
Non vogliamo pensare che i componenti del comitato per il no, consiglieri regionali in carica, ignorino questi particolari; oppure dobbiamo pensare che li conoscano anche troppo bene?

Dott. Antonio di Prospero
COMITATO DEL SI’ - GUGLIONESI


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