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23/5/2012
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Larino
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Diocesi Termoli-Larino
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Cultura
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1210
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Verso la festa di San Pardo: storia del protettore di Larino nello studio di Mammarella
Di San Pardo, Patrono principale di Larino e diocesi, si hanno due biografie,
una di autore anonimo del X secolo e l’altra del presbitero Radoino scritta tra
il XII ed il XIII secolo. Entrambe, però, non riescono a proiettare sul
personaggio una luce sufficientemente chiara per la scarsità di notizie.
Le due fonti concordano nel ritenere che il Vescovo Pardo, reduce dal
Peloponneso, fu autorizzato dal Papa a ritirarsi in solitudine nei pressi di
Lucera. Trattano, poi, delle vicende legate alla traslazione delle sue spoglie
mortali nella città frentana. Da entrambe le biografie, non è possibile
conoscere con esattezza alcuni aspetti fondamentali di San Pardo come il periodo
in cui visse e la cattedra episcopale dove svolse la sua azione pastorale.
L’unico dato che emerge con chiarezza da una di esse, quella di Radoino, è il
nome del Papa dal quale il Santo Vescovo fu accolto a Roma. Si tratta del romano
San Cornelio, l’unico finora così chiamato, che governò la Chiesa dal marzo del
251 al giugno del 253, indicato per ben due volte. E’ un elemento questo molto
importante per fissare l’epoca in cui operò in vita San Pardo.
Fonti lucerine, forse anche per la precisa indicazione di Radoino riguardante il
Pontefice San Cornelio, ritengono che San Pardo sia stato Vescovo di Lucera
nell’anno 252 ma, a tal proposito, va precisato che le prime testimonianze
storiche concernenti la presenza della cattedra episcopale nella città dauna
sono contenute in due lettere scritte, tra il 492 ed il 495, dal Papa San
Gelasio I ed indirizzate ai Vescovi di Larino Giusto e Aprile incaricati per
risolvere alcune questioni sorte tra la comunità cristiana di Lucera.
Il Vescovo-Storico di Larino mons. Tria, sulla scia dell’Abate Giovanni Battista
Pollidoro che commentò e pubblicò a Roma nel 1741 le due biografie dell’Anonimo
e del Radoino, sostiene che San Pardo visse tra la fine del VI e la prima metà
del VII secolo.
Un dato interessante è offerto dal noto Storico Francesco Lanzoni che, nella sua
opera sulle diocesi italiane, trattando di un Vescovo dauno di nome Pardo
partecipante nell’anno 314 al Concilio di Arles, famosa città della Francia, in
Provenza, sulle rive del Rodano, non esclude che il San Pardo venerato a Larino
possa essere proprio quel Pardus episcopus presente all’importante assise
convocata dall’Imperatore Costantino per tentare di risolvere la controversia
donatista.
Valenti studiosi contemporanei, sostenuti da proficui esami e con buon
fondamento, danno per certo il Pardo del 314 appartenente alla comunità
cristiana dauna di Salpi o Salapia, città romana fondata nel I secolo a. C., che
sorgeva poco più di venti km a sud di Siponto (l’attuale Manfredonia) e di poco
a nord di Trinitapoli.
Considerato che di un Pardo Vescovo dei primi secoli del Cristianesimo ci è
stato tramandato finora un solo documento storico, e cioè quello in cui il suo
nome figura chiaramente come terzo sottoscrittore degli atti conciliari
approvati ad Arles nel 314, è lecito ritenere discretamente fondata l’ipotesi
del Lanzoni sul fatto che il Presule in questione ed il San Pardo Patrono di
Larino e diocesi siano la stessa persona. Se così fosse, però, resterebbe da
chiarire la complessa questione legata all’esplicita asserzione di Radoino sul
nome del Papa San Cornelio, il cui pontificato risale ad oltre sessanta anni
prima dello svolgimento dell’importante adunanza arlesiana.
In onore di San Pardo si svolgono a Larino, dal 25 al 27 maggio di ogni anno,
particolari manifestazioni di giubilo considerate, da noti esperti, tra le più
belle che si celebrano in Italia. Oltre centoventi carri, tutti artisticamente
addobbati e ricoperti di fiori, trainati da buoi, sfilano, da tempo
immemorabile, per le strade della città, regalando una straordinaria visione.
Giuseppe Mammarella
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