5/5/2010
Termoli
Luigi Lucchese
Ambiente
801

ABM: "hanno rotto le... uova al fratino", 6 nidi distrutti sulle coste molisane

Con l’arrivo della primavera è iniziata la stagione riproduttiva del Fratino (Charadrius alexandrinus), il piccolo uccello limicolo che popola le spiagge e che nel Molise ha trovato le condizioni idonee per nidificare.
L’habitat di nidificazione del Fratino è rappresentato da spiagge sabbiose e ghiaiose con vegetazione rada, il nido consiste in una depressione poco profonda scavata dal maschio dove la femmina vi depone in genere tre uova mimetiche col substrato. Il Molise ospita una popolazione nidificante con oltre dodici coppie, ma le difficoltà per questi animali di portare a termine con successo la stagione riproduttiva sono numerose.
Le problematiche che si sono riscontrate sono numerose, la pulizia dell’arenile in passato ha rappresentato un fattore limitante per il Fratino in quanto venivano distrutti inconsapevolmente i nidi. L’inderogabilità della tutela di questa specie è stata sancita a livello europeo, difatti, le coste molisane sono state riconosciute come Siti d’Interesse Comunitario e come Zone di Protezione Speciale.
La tutela di queste aree è prevista dal Decreto 17 Ottobre 2007 “Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS)” nel quale sono vietati: la distruzione o danneggiamento intenzionale di nidi e ricoveri di uccelli e lo svolgimento di attività di circolazione motorizzata al di fuori delle strade. Fatti questi che, ogni anno si ripetono sulla costa molisana nell’indifferenza delle istituzioni preposte al controllo.
Infatti, ieri a sud di Campomarino (vicinanze torrente Saccione), abbiamo riscontrato la distruzione di sei nidi di Fratino.
Il 18 marzo 2010 (si allega lettera) Ambiente Basso Molise sollecitava i comuni costieri, ad avere una attenzione particolare al problema. Riportiamo testualmente alcuni stralci:
Pertanto si invitano i comuni suddetti a vietare l’accesso a mezzi motorizzati alle spiagge, ad evitare le opere di pulizia meccanica delle stesse, a sorvegliare la zona costiera sull’osservanza dei divieti e a comunicare con la tempestività del caso ogni eventuale abuso onde consentire agli Enti preposti l’adozione degli atti di competenza.
L’associazione Ambiente Basso Molise si rende disponibile inoltre ad effettuare la pulizia manuale delle zone e mette a disposizione dei comuni interessati pannelli esplicativi da porre nei punti di accesso alle spiagge.
Si ricorda che attualmente la specie è inserita in Allegato 2 della "Convenzione di Berna” ed in Allegato 2 della "Convenzione di Bonn” giugno 1979, nonché protetta a livello nazionale dalla Legge 11 febbraio 1992, n. 157.

Ancora una volta, dobbiamo denunciare pubblicamente lo scempio perpetrato a danno di una specie protetta ed in via di estinzione, la reiterata disattesa del rispetto di normative europee e nazionali e la mancanza di controllo degli enti preposti.
Quando finirà tutto questo?
Perché le Istituzioni sono così sorde?
Cosa bisogna fare per tutelare la biodiversità, il nostro territorio e con esso la nostra salute?


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