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Piano di Rientro Sanitario, Iorio relaziona in aula (testo integrale)
Premessa
Con il verbale del 30 giugno 2009 i Tavoli tecnici ministeriali per la verifica
degli adempimenti regionali hanno riscontrato nuovamente criticità ed
inadeguatezze nell'attuazione del Piano di Rientro dal deficit sanitario che la
Regione Molise ha adottato con la Delibera di Giunta Regionale 30 marzo 2007, n.
362.
Il Ministro dell'Economia di concerto con quelli della Salute e per i Rapporti
con le Regioni, ha richiesto perciò al Presidente del Consiglio la convocazione
del Consiglio dei Ministri con all'ordine del giorno la nomina del Commissario
Governativo, ai sensi dell'art. 4 del D.L. 159/2007, avvenuta il 26 luglio 2009.
Il 9 ottobre 2009 è seguita la nomina del Sub-Commissario, con funzioni di
supporto tecnico al Commissario.
Al fine di favorire, prima di ogni eventuale decisione, una valutazione politica
della questione molisana, si è predisposto questo documento con il dichiarato
intento di proporre una riflessione politica responsabile tra la logica dei
conti dei Tavoli - che si riconosce e si rispetta - e l'intervento politico del
Governo su una complessa realtà regionale.
E la comprensione è il primo passo per sciogliere i nodi principali della
questione sanità.
Il Molise, con i suoi 321.000 abitanti è, tra le regioni a statuto ordinario, la
più piccola d'Italia. Il territorio molisano, che si estende per 4.438 kmq, con
una superficie che equivale a circa l'1,47% del territorio nazionale, si
configura per la totale assenza di pianura e per la prevalenza del territorio
montuoso (che copre il 55% del territorio regionale) e sulla quota collinare
(che equivale al 45% della superficie complessiva). Il territorio molisano
presenta inoltre, per le sue caratteristiche fisiche e morfologiche, un rischio
sismico tra i maggiori in Italia.
Relativamente alla ripartizione della popolazione tra i Comuni regionali, 65 (di
cui 35 nella provincia di Campobasso e 30 nella provincia di Isernia, il 48% dei
136 dei Comuni molisani) sono compresi nella classe "fino a 1000 residenti",
mentre nei 4 Comuni di "oltre i 10.000 abitanti" la popolazione totale è di
116.586 abitanti, pari al 36,34% della popolazione.
Per la Sanità sono indice oggettivo di disagio:
* l'altitudine del territorio;
* l'indice di dispersione dei nuclei abitati;
* il rapporto tra popolazione residente e superficie complessiva;
* l'indice di vecchiaia (in Molise è del 22% rispetto al dato nazionale del
19,60%).
Lo studio dei costi dell'offerta sanitaria in Molise ha evidenziato oggettivi
differenziali, rispetto ad altre realtà simili demograficamente, di
incontestabile valenza.
Le variabili, in particolare, che influiscono in questo senso sono:
* i costi più elevati per ciascuna prestazione erogata;
* la difficile raggiungibilità di economie di scala;
* la necessità etica di erogare servizi anche in situazioni di mancata
economicità;
* l'organizzazione più in funzione degli obiettivi di accessibilità, di qualità
e sicurezza delle attività che di economicità dell'erogazione.
In relazione a tali fattori, c'è una specificità della domanda la cui
soddisfazione - relativamente al diritto di ciascuno di avere un'appropriata
assistenza sanitaria - richiede di valutare responsabilmente i limiti imposti
dai ragionamenti di convenienza economica, di fattibilità e di razionalità.
Interventi per una "riqualificazione sostenibile" del Sistema sanitario
In questi anni, il sistema regionale ha subìto numerosi interventi nell'ambito
dell'attuazione del Piano di Rientro dal deficit sanitario. Gli effetti sul
piano della qualità e della quantità dei servizi erogati e sul risultato
finanziario atteso non sono stati in linea con quelli programmati.
Al di là di possibili responsabilità gestionali, è risultato evidente che la
logica basata sul solo contenimento della spesa non produce gli effetti
desiderati.
Tra le evidenze emerge, contemporaneamente, la riduzione diffusa di prestazioni
sanitarie da parte del sistema pubblico, l'incremento della mobilità passiva per
alcune prestazioni e l'aumento di quelle erogate dai privati accreditati.
Ragione per cui appare non procrastinabile una revisione responsabile di
obiettivi del Piano di Rientro con adeguamenti dei tempi di attuazione e delle
previsioni finanziarie, sia in entrata che di spesa, sotto forma di un'opera di
ristrutturazione del servizio sanitario regionale. Il Patto per la Salute del 3
dicembre 2009, così come recepito nella Legge Finanziaria n. 191 del 2010,
introduce una serie di indicazioni nuove che avranno un impatto forte sia sul
precedente Piano di rientro, sia, soprattutto sulla rete ospedaliera.
La contestualizzazione degli interventi
La regione vive una delicata fase socioeconomica per le conseguenze della crisi
finanziaria, del suo impatto sull'economia reale che amplifica le difficoltà di
un sistema che ha preesistenze e rigidità dimensionali strutturali.
La Sanità, d'altronde, è settore sostanzialmente anticiclico che nel Molise,
rispetto all'Italia, è il primo tra i comparti dell'economia.
Alla luce di queste evidenze, non ci si può esimere da un'accurata e articolata
riflessione su come, dove, quando e in quanto tempo si debba intervenire,
all'interno di un processo di riequilibrio economico, per garantire, insieme
alla razionalizzazione dei sistemi, l'equo e uguale soddisfacimento dei diritti
fondamentali.
La politica dei tagli in Sanità, tra l'altro, appare in evidente contrasto con
gli indirizzi di politica sociale del Governo che tendono a rivitalizzare la
piccola economia, a decentrare servizi e responsabilità, a valorizzare la
piccola dimensione e i sistemi distribuiti sul territorio.
Non è intenzione della Struttura commissariale operare non tenendo conto di
questi aspetti fondamentali, anzi si intende riqualificare il Servizio sanitario
regionale rendendolo più moderno ed al passo con i tempi, tenendo conto del
territorio difficile nel quale è diffusa l'offerta sanitaria, non rinunciando a
considerare gli aspetti sociali, demografici e territoriali peculiari della
Regione Molise.
Una politica sanitaria sostenibile
Non sussistono problemi nel condividere le esigenze di appropriatezza
nell'erogazione dei servizi, equilibrio tra servizi ospedalieri e territoriali,
uniformità dei servizi in favore degli utenti, coerenza tra offerta
socio-sanitaria e complessità del territorio, ma si dovrà rispettare il dovere
della politica di garantire il livello delle prestazioni sanitarie e sociali per
tutti i cittadini molisani.
Il nuovo Patto per la Salute fissa, all'articolo 2 (avvio di un sistema di
monitoraggio dei fattori di spesa), i settori strategici sui quali operare per
qualificare i servizi sanitari regionali e garantire maggiore soddisfacimento
dei bisogni dei cittadini ed, al tempo stesso, un maggiore controllo della
spesa, realizzabile attraverso una serie di obiettivi strategici:
a) Riorganizzazione delle reti regionali di assistenza ospedaliera
b) Assistenza farmaceutica
c) Governo del personale
d) Qualificazione dell'assistenza specialistica
e) Meccanismi di regolazione del mercato e del rapporto pubblico privato
f) Accordi sulla mobilità interregionale
g) Assistenza territoriale e post acuta
h) Potenziamento dei procedimenti amministrativo contabili, ivi compreso il
progetto tessera sanitaria
i) Rilancio delle attività di prevenzione
La riqualificazione del Sistema Sanitario Regionale: individuazione degli
interventi per il 2010
La Regione deve dotarsi di un Programma Operativo 2010 da sottoporre ai Tavoli
tecnici ministeriali per l'approvazione, il cui obiettivo è quello di delineare
un percorso chiaro e realizzabile, per la riorganizzazione e riqualificazione
del SSR e per l'ottenimento dei finanziamenti.
Gli obiettivi strategici sono:
a) Riorganizzazione della rete ospedaliera regionale sulla stima del fabbisogno
e riconversione delle strutture
"Questa è una prova che non si può fallire, perché la posta in gioco è molto
alta, in quanto non solamente investe il futuro assetto degli ospedali, e per
questo è necessario avere una preliminare e chiara visione della quantità, della
tipologia e della dislocazione delle strutture ospedaliere, ma rappresenta il
punto di partenza per un SSR reso più armonico ed equilibrato tra le sue diverse
componenti, sia in senso funzionale come in termini finanziari".
La rete di assistenza della Regione Molise è un patrimonio importante e
distribuito su di un territorio particolare e complesso, considerata la
parcellizzazione della popolazione in molti Comuni.
Il Piano, per questo, prevederà:
1. da un lato la riorganizzazione dei PP.OO. attraverso:
a. l'orientamento della produzione verso le forme più appropriate di erogazione
delle prestazioni (chirurgia ambulatoriale, day surgery e day service, ecc);
b. la riduzione complessiva di 300 p.l., dai 1670 attivi a 1370 p.l., secondo i
parametri del Patto per la Salute (3,3 p.l. per mille abitanti per acuti e 0,7
per riabilitazione e lungodegenza post-acuzie);
c. la creazione/rafforzamento, anche negli stessi PP.OO., di posti letto per non
acuti (Residenze sanitarie assistenziali, lungodegenza, hospice, riabilitazione,
ecc);
d. la concentrazione delle strutture ed eliminazione dei doppioni;
e. il potenziamento dell'organizzazione dipartimentale e la correlazione dei
posti letto alle capacità operative e attrattive delle èquipe;
2. dall'altro il potenziamento delle capacità di filtro delle stesse, mediante:
a. il rafforzamento delle diverse articolazioni dei servizi di emergenza e dei
punti di primo intervento (che saranno dotati di posti letto di osservazione
breve ove previsti);
b. la complessiva riorganizzazione della rete 118;
c.la creazione di reti regionali per l'assistenza all'ictus, le emergenze
cardiologiche, la riabilitazione, anche mediante la stipula di accordi ed intese
con le strutture accreditate ad alta specializzazione presenti in regione.
Nella riorganizzazione della rete ospedaliera sarà prevista, pertanto, la
realizzazione di tre presidi ospedalieri:
* Presidio ospedaliero di Campobasso, sede di DEA di secondo livello, costituito
dagli stabilimenti ospedalieri "A.Cardarelli" di Campobasso e "G.Vietri" di
Larino
* Presidio ospedaliero di Termoli, sede di DEA di primo livello, costituito
dallo stabilimento ospedaliero "S. Timoteo" di Termoli
* Presidio ospedaliero di Isernia, sede di DEA di primo livello, costituito
dagli stabilimenti ospedalieri "A.Veneziale" di Isernia, "SS.Rosario" di Venafro
e " F.Caracciolo" di Agnone
Il presidio ospedaliero di Campobasso,unico sede di DEA di secondo livello con
annesso stabilimento di Larino, è organizzato in dipartimenti:
* Dipartimento chirurgico Dipartimento medico
* Dipartimento dei servizi
* Altri eventuali Dipartimenti funzionali al protocollo con UNIMOL
L'accorpamento dello stabilimento di Larino allo stabilimento ospedaliero
Cardarelli nasce dalla necessità di alleggerire le strutture di Campobasso al
fine di consentire una graduale ristrutturazione ed adeguamento delle stesse, ma
anche in considerazione dell'approvanda convenzione con l'Università del Molise
di assumere maggiori spazi operativi proprio per favorire al meglio le attività
correlate.
Senza considerare che il Polo oculistico collocato nello stabilimento
ospedaliero di Larino rivitalizza una eccellenza già nota anche in ambiti
extraregionali.
La Riabilitazione, poi, grazie agli spazi esistenti nel P.O. di Larino, potrà
organizzare un livello di offerta molto alto, con concrete possibilità di
recupero di mobilità passiva.
Nello stabilimento di Larino potrà essere avviata la sperimentazione per la
realizzazione di un P.O. di genere, in cui attività ospedaliere per acuti (come
la chirurgia ad indirizzo senologico), poliambulatoriali ad elevata tecnologia e
extraospedaliere per non acuti (RSA, Residenze Sanitarie Territoriali, Casa
della salute, realizzabili mediante il recupero delle risorse strutturali,
tecnologiche ed organizzative presenti, hospice) troveranno la ragion d'essere e
rappresenteranno la massima espressione dell'integrazione e coordinamento con le
attività distrettuali. Verranno mantenuti i servizi di supporto alle attività
ospedaliere ed il presidio di Pronto Soccorso.
Il presidio ospedaliero di Isernia, sede di DEA di primo livello è costituito
dagli stabilimenti ospedalieri "A.Veneziale" di Isernia, "SS.Rosario" di Venafro
e "F.Caracciolo" di Agnone
In previsione della realizzazione di un unico stabilimento ospedaliero
baricentrico fra Isernia e Venafro, appare logica la riorganizzazione
complementare dei due stabilimenti di Venafro e Isernia. L'aggregazione del P.O.
di Agnone al DEA di Isernia consente un significativo abbassamento dei costi di
gestione.
Presso il P.O. di Isernia saranno mantenute tutte le attività di: Cardiologia
(utic ed emodinamica interventistica) Chirurgia Generale, Medicina Generale,
Neurofisiopatologia, Ostetricia e Ginecologia, Oncologia, Pediatria.
I Servizi ed il Presidio di emergenza (Pronto Soccorso) saranno potenziati e
verrà mantenuto l'attuale assetto dei Servizi di supporto alle attività
ospedaliere (Radiologia, Laboratorio Analisi, Anestesia e rianimazione e
Immunoematologia).
Presso il P.O. di Venafro sarà realizzato il Polo ortopedico, e verranno
mantenuti il Pronto Soccorso con breve osservazione ed i posti di terapia
intensiva post- operatoria, nonché i Servizi di supporto alle attività
ospedaliere ortopediche. Oltre ad attività di assistenza per non acuti (RSA,
Residenze Sanitarie Territoriali, Casa della salute, realizzabili mediante il
recupero delle risorse strutturali, tecnologiche ed organizzative presenti)
Presso il P.O. di Agnone saranno assicurate le attività di Chirurgia Generale
(prevalentemente in week surgery, day surgery, chirurgia ambulatoriale),
Medicina Generale, Anestesia e rianimazione e Ginecologia, verrà implementato un
punto di Primo Soccorso dotato di breve osservazione, e saranno mantenuti i
Servizi di supporto alle attività ospedaliere come ( Anestesia e rianimazione,
Radiologia, Laboratorio Analisi, etc) Per quanto riguarda l'Ostetricia, saranno
garantite le attività di monitoraggio delle gravidanze ma, indubbiamente, la
concentrazione dei parti in ospedali con un numero elevato di prestazioni
ostetriche rappresenta una garanzia per le donne molisane che tutti dobbiamo
responsabilmente rispettare. Evidentemente, saranno individuate modalità, tempi,
procedure che non mortifichino la professionalità degli operatori che lavorano
presso l'Ospedale di Agnone. Oltre ad attività di assistenza per non acuti (RSA,
Residenze Sanitarie Territoriali, Casa della salute, realizzabili mediante il
recupero delle risorse strutturali, tecnologiche ed organizzative presenti)
Il presidio ospedaliero di Termoli, sede di DEA di primo livello, è costituito
dallo stabilimento ospedaliero "San Timoteo"
Appare opportuno liberare il P.O. di Termoli da oneri organizzativi propri del
P.O. di Larino, attesa la significativa valenza che lo stesso presidio di
Termoli assume in una zona ad alto impatto turistico. Da qui, la necessità di
concentrare sforzi ed investimenti in un unico stabilimento.
Presso il P.O. di Termoli saranno mantenute le attività di Cardiologia (Utic ed
Emodinamica interventistica), Chirurgia, Medicina, Ortopedia, Ostetricia e
Ginecologia, Pediatria
Vengono mantenuti i Servizi di supporto alle attività ospedaliere ed il Presidio
di emergenza (Pronto Soccorso), oltre ai servizi di supporto alle attività
ospedaliere
(Radiologia, Laboratorio analisi, Centro trasfusionale e Anatomia Patologica,
quest'ultima ad esaurimento)
Ovviamente in tutti i PP.OO. pubblici saranno introdotti, così come per i
privati accreditati, i criteri di appropriatezza previsti dalla legge.
b) Riqualificazione del territorio: riorganizzazione della rete delle strutture
residenziali, semiresidenziali e dell'assistenza domiciliare
La carenza di alcuni servizi territoriali (semiresidenziali e residenziali,
assistenza domiciliare integrata e non, specialistica ambulatoriale, "attivo"
coinvolgimento nel processo assistenziale dei MMG e PLS ecc) è alla base del
maggiore afflusso di pazienti al pronto soccorso (con prevalenza di codici
bianchi e verdi) e delle lunghe liste di attesa. Sarà pertanto previsto:
1. il riassetto e il rafforzamento reale dei Distretti, in modo da renderli in
grado di assicurare alla popolazione residente i servizi e prestazioni di tipo
sanitario e di tipo sociale ad elevata integrazione sanitaria, secondo criteri
di appropriatezza, accessibilità ed equità; l'attivazione e/o il potenziamento,
in tutti i Distretti dell'ADI, integrando competenze e servizi diversi,
attraverso la programmazione e condivisione degli interventi e delle risorse
all'uopo dedicate;
2. il potenziamento delle strutture poliambulatoriali territoriali e,
soprattutto negli stabilimenti ospedalieri oggetto di parziale riconversione,
l'attivazione di "piastre poliambulatoriali " ad elevata tecnologia in grado di
effettuare prestazione sia mediche che chirurgiche di bassa complessità che,
spesso, caratterizzano l'inappropriatezza dell'attuale rete ospedaliera;
3. il potenziamento complessivo della capacità di governance e committenza dei
Distretti, al fine di garantire un più appropriato accesso al pronto soccorso.
4. tale ruolo dovrà essere garantito, oltre che dall'attività di coordinamento
del Distretto, anche dalla attiva collaborazione con i MMG, PLS mediante
l'apertura degli studi H24 (nelle stesse strutture poliambulatoriali ove
possibile) nonché della continuità assistenziale e la creazione, la dove
possibile, di vere e proprie "Case della Salute", dove il cittadino può ricevere
in tutta sicurezza l'assistenza necessaria direttamente dal proprio medico di
famiglia.
Su di una popolazione di 320.795, secondo i dati ISTAT riferiti all'anno 2009,
il 22% è rappresentato da soggetti di età superiore ai 65 anni (70.130) ed il
12% da soggetti di età superiore ai 75 anni (37.202).
Questa situazione rende indispensabile e non più differibile, in attesa della
redazione del fabbisogno complessivo, la programmazione di servizi che
garantiscano i livelli di assistenza sanitaria e tutela sociale, favorendo la
permanenza degli anziani presso il proprio domicilio o presso strutture
residenziali e semiresidenziali in grado di garantirne la presa in carico, ed
evitando così ricoveri ospedalieri impropri.
I dati ricavati da fonti internazionali e relativi ai paesi OCSE indicano, nel
caso delle strutture residenziali e semiresidenziali, un numero di posti letto
pari mediamente a 30-40 per mille anziani over 65, mentre per l'assistenza
domiciliare, nei Paesi più avanzati, i valori si aggirano, intorno al 10% degli
assistiti over 65.
I1 Piano Stralcio RSA, approvato con la Deliberazione del Consiglio Regionale
della Regione Molise n. 174 del 14.7.2009, ha stabilito un numero di posti letto
pari a 480, di cui solo 20 sono al momento attivi per un costo annuo di E
423.400.
Per attivare i restanti 460 p.l. si deve procedere rapidamente con le seguenti
azioni:
* autorizzare almeno 100 p.l., anche riconvertendo parzialmente le strutture
socio-sanitarie che operano in regime di convenzione con la Regione
* ultimare i lavori delle RSA, finanziate con risorse pubbliche, previste nella
predetta delibera di Consiglio Regionale, per un totale di 193 pl e con un costo
a carico del Fondo sanitario regionale pari ad € 4.085.8 10. Si arriverebbe così
ad un numero di 313 posti letto (100 p.l. + 193 p.l. + 20 p.l. già attivati) con
un costo totale di € 5.713.710, di cui € 5.290.310 aggiuntivi rispetto a €
423.400 già previsti. Per ottenere il valore di 480 posti letto bisogna
aggiungere 167 posti letto che potrebbero essere individuati all'interno delle
strutture ospedaliere in via di riconversione (Venafro, Larino, Agnone).
L'attuale situazione economico-finanziaria della Regione Molise, però, non
consente, per il triennio 2010-2012, di aumentare i costi a carico del Fondo
sanitario regionale, per cui si propone di istituire almeno 120 posti letto di
RSA all'interno delle tre strutture ospedaliere di: Venafro, Larino ed Agnone.
Tale intervento consentirebbe, da una parte, di utilizzare il personale
sanitario afferente alla struttura, dall'altra, di operare un risparmio. Il
funzionamento delle RSA, all'interno degli ospedali, avverrà secondo i requisiti
previsti dal manuale per l'accreditamento delle strutture socio-sanitarie,
approvato con DGR n. 738 del 13 luglio 2009.
In totale, sarebbero quindi disponibili 140 posti letto di RSA (120 p.l. da
attivare + 20 p.l .attivati).
c) Interventi sul personale
In attuazione di quanto disposto dall'Intesa Stato-Regioni del 3 dicembre 2009
concernente il nuovo Patto per la Salute 2010-2012 e della Legge Finanziaria
2010, si dovrà provvedere affinché le spese del personale, al lordo degli oneri
riflessi a carico delle amministrazioni e dell'imposta regionale sulle attività
produttive, non superino per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012, il
corrispondente ammontare dell'anno 2004 diminuito del 1,4% (pari, quindi, ad €
201.000.000,00).
Le spese per il personale sono considerate al netto delle spese derivanti dai
rinnovi contrattuali intervenuti successivamente all'anno 2004.
E' stato previsto, inoltre, ai sensi della richiamata normativa:
* il blocco del turn-over del personale dipendente ed il blocco delle assunzioni
di personale a tempo indeterminato, salvo particolari deroghe da concedersi a
specifiche condizioni;
* la riduzione del 10% dei tetti di spesa per il ricorso all'acquisto delle
prestazioni aggiuntive stabiliti con il Piano di rientro 2007-2009;
* la rideterminazione annuale della consistenza organica del personale
dipendente e la contestuale rideterminazione dei fondi per il finanziamento
della contrattazione integrativa;
* la verifica delle situazioni di esercizio di fatto di mansioni non
corrispondenti alle qualifiche di appartenenza;
* l'attivazione della procedura di mobilità e ricollocazione del personale a
seguito della riduzione dei posti letto, della riorganizzazione della rete
ospedaliera, della struttura amministrativa, distrettuale e dipartimentale
dell'ASReM;
* la riduzione degli incarichi di unità operative complesse, semplici, di
coordinamento e di posizioni organizzative;
* il miglioramento ed articolazione dell'orario di lavoro del personale
sanitario;
* l'ulteriore riduzione dei rapporti di consulenza e di collaborazioni nella
misura non inferiore al 50% rispetto alla spesa del 2009.
Si tratta di interventi importanti che non condizioneranno gli attuali posti di
lavoro, ma che dovranno essere messi in atto dall'ASReM per razionalizzare una
spesa che purtroppo, negli anni, non è diminuita. La riorganizzazione della rete
ospedaliera potrebbe essere la chiave di volta per ristrutturare questo delicato
settore.
d) Misure per l'incremento dell'appropriatezza prescrittiva e della spesa
farmaceutica ospedaliera, finalizzate al suo riallineamento agli obiettivi
programmatori in sede nazionale e adozione ed attuazione del nuovo piano di
contenimento della spesa farmaceutica ospedaliera
Nell'ambito della strategia di razionalizzazione della spesa farmaceutica a
livello regionale, si è provveduto all'individuazione di interventi tali da
garantire risultati di riordino del sistema farmaceutico ospedaliero.
Detti interventi, nello specifico, vanno a sostanziare la manovra di
contenimento della spesa farmaceutica ospedaliera, approvata con decreto del
Commissario ad acta n. 5 del 10 febbraio 2010, recante il "Piano di contenimento
della spesa farmaceutica ospedaliera - anno 2008", che prevede l'adozione di
specifici decreti attuativi correlati a ciascuna azione individuata in detta
manovra.
Questi interventi, inoltre, sono attuativi del punto 7 della deliberazione del
C.d.M. del 28.07.09, che prevede, tra l'altro, "misure per l'incremento
dell'appropriatezza prescrittiva e della spesa farmaceutica ospedaliera,
finalizzate al suo riallineamento agli obiettivi programmati in sede nazionale e
adozione ed attuazione del nuovo piano di contenimento della spesa farmaceutica
ospedaliera".
In sintesi, il meccanismo su cui è fondata la manovra di contenimento consta di
azioni volte, nell'immediato,a recuperare parzialmente il debito accumulato
nell'anno 2008, ma che dispiegheranno i propri effetti anche per i prossimi
anni.
Nella considerazione, inoltre, che l'innovazione farmaceutica è comunque un
valore imprescindibile per il paziente, si è ritenuto necessario assumere
iniziative dirette al perseguimento delle migliori condizioni di efficienza di
utilizzo di tutti i medicinali e, principalmente, dei farmaci innovativi a costo
più elevato.
Tanto premesso, la manovra mira pertanto al rispetto della garanzia dei LEA, dei
criteri di appropriatezza d'uso dei farmaci e di corretta gestione delle risorse
disponibili.
e) Definizione dei contratti con gli erogatori privati accreditati e
ridefinizione delle relative tariffe
La presenza di due strutture di eccellenza nella Regione rende inderogabile la
necessità di predisporre, in maniera condivisa, un programma di attività anche a
lungo termine, che consenta alle strutture stesse di organizzare e predisporre
investimenti e caratterizzazioni assistenziali e, nel contempo, all'ASReM
l'assegnazione di obiettivi precisi e finalizzati alla riduzione della mobilità
passiva e, nei limiti degli accordi in sede di Conferenza Stato Regioni,
all'aumento della capacità di attrazione.
f) Stipula del protocollo di intesa con l'Università del Molise
Attivazione completa della Facoltà di Medicina con sottoscrizione di un
protocollo ASREM/UNIMOL e conseguente individuazione dei primari per le
UU.00.CC. vacanti. Non sarà attivata l'Azienda Policlinico. L'ingresso
dell'Università nelle strutture pubbliche, siano esse ospedaliere ("Cardarelli"
per primo) siano esse territoriali, consentirà quel salto di qualità che
sappiano contraddistinguere i servizi sanitari nei quali l'Università introduce
cultura e formazione.
g) Razionalizzazione della spesa per acquisto di beni e servizi
In questo senso si vuole, in particolare, realizzare un sistema centralizzato di
acquisti, la standardizzazione dei beni e dei servizi, l'ottimizzazione della
rete logistica e distributiva. Giocherà in questo senso un ruolo fondamentale la
Direzione dell'ASReM alla quale questo obiettivo sarà affidato con la
convinzione che sarà raggiunto nei tempi previsti dal Piano operativo e dal
Piano di rientro.
I risparmi previsti
I possibili risparmi dall'attuazione degli obiettivi del Piano Operativo 2010
possono essere così schematizzati:
1) riorganizzazione delle attività della rete ospedaliera: circa 8 mln, ai quali
potrebbero aggiungersi 2 mln relativi all'attivazione dei regimi alternativi al
ricovero ordinario;interventi sul personale: circa 2,9 mln;
2) riduzione della spesa farmaceutica ospedaliera: 4 mln;
3) revisione delle tariffe delle prestazioni sanitarie: 1,5 mln;
4) beni e servizi, minore passivo: 1,5 mln;
5) maggiori introiti per attivazione RSA negli ospedali: circa 0,8 mln;
6) altri interventi: controlli presso le strutture private, riduzione della
mobilità passiva: 4,3 mln;
A questi risparmi bisogna aggiungere quelli che l'ASReM sarà in grado di
assicurare attraverso l'implementazione di un servizio autonomo di ingegneria
clinica, nuovi contratti di fornitura.
Pertanto, orientativamente, il risparmio potrebbe aggirarsi intorno ai 25 mln di
euro, fermo restando la possibilità di intervenire con rapidità a partire dalle
prossime settimane. Si tratta di stime che devono trovare ancora conferma presso
i Tavoli tecnici ministeriali e, quindi, sono da considerare in questo momento
indicativi. Sarà cura della Struttura Commissariale provvedere ad una
valutazione più precisa dei risparmi stessi, dopo la definizione del Piano
Operativo con i Ministeri.
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