11/7/2014 ● Eventi
11 luglio, la festa di S. Benedetto Abate patrono d'Europa
Benedetto
Cari fratelli e care sorelle! Domani ricorre la festa di San Benedetto Abate,
Patrono d’Europa, un Santo a me particolarmente caro, come si può intuire dalla
scelta che ho fatto del suo nome. Nato a Norcia intorno al 480, Benedetto compì
i primi studi a Roma ma, deluso dalla vita della città, si ritirò a Subiaco,
dove rimase per circa tre anni in una grotta – il celebre “sacro speco” –
dedicandosi interamente a Dio. A Subiaco, avvalendosi dei ruderi di una
ciclopica villa dell’imperatore Nerone, egli, insieme ai suoi primi discepoli,
costruì alcuni monasteri dando vita ad una comunità fondata sul primato
dell’amore di Cristo, nella quale la preghiera e il lavoro si alternavano
armonicamente a lode di Dio. Alcuni anni dopo, a Montecassino, diede forma
compiuta a questo progetto, e lo mise per iscritto nella “Regola”, unica sua
opera a noi pervenuta. Tra le ceneri dell’impero Romano, Benedetto, cercando
prima di tutto il Regno di Dio, gettò, forse senza neppure rendersene conto, il
seme di una nuova civiltà che si sarebbe sviluppata, integrando i valori
cristiani con l’eredità classica, da una parte, e le culture germanica e slava,
dall’altra. C’è un aspetto tipico della sua spiritualità, che quest’oggi vorrei
particolarmente sottolineare. Benedetto non fondò un’istituzione monastica
finalizzata principalmente all’evangelizzazione dei popoli barbari, come altri
grandi monaci missionari dell’epoca, ma indicò ai suoi seguaci come scopo
fondamentale, anzi unico, dell’esistenza la ricerca di Dio: Quaerere Deum. Egli
sapeva, però, che quando il credente entra in relazione profonda con Dio non può
accontentarsi di vivere in modo mediocre all’insegna di un’etica minimalistica e
di una religiosità superficiale. Si comprende, in questa luce, allora meglio
l’espressione che Benedetto trasse da san Cipriano e che sintetizza nella sua
Regola (IV,21) il programma di vita dei monaci: “Nihil amori Christi praeponere”,
“Niente anteporre all’amore di Cristo”. In questo consiste la santità, proposta
valida per ogni cristiano e diventata una vera urgenza pastorale in questa
nostra epoca in cui si avverte il bisogno di ancorare la vita e la storia a
saldi riferimenti spirituali. Modello sublime e perfetto di santità è Maria
Santissima, che ha vissuto in costante e profonda comunione con Cristo.
Invochiamo la sua intercessione, insieme a quella di san Benedetto, perché il
Signore moltiplichi anche nella nostra epoca uomini e donne che, attraverso una
fede illuminata, testimoniata nella vita, siano in questo nuovo millennio sale
della terra e luce del mondo.
Benedetto XVI, Angelus 10 luglio 2005