1/3/2004 ● Giuseppe Manente
Giuseppe Manente, storie di vita in musica
Una costante nelle storie dei piccoli e dei grandi paesi dell’Italia, esplosa durante i moti culturali dello Stato pre e post-unitario, è data dalla presenza di formazioni musicali, costituite in Bande municipali. Si tratta di un’esperienza condivisa, a livello popolare, del linguaggio delle note, la scrittura universale per eccellenza, che da sempre richiede due capacità didattiche per il suo apprendimento: la lettura e l’ascolto.
Nell’Italia del XIX secolo, con un tasso di analfabetismo piuttosto elevato e con tanti nodi ancora da sciogliere, tra le diverse fazioni imperiali e patriottiche, tra le rivendicazioni feudali, non del tutto sopite, e le soppressioni clericali, in grande fermento, l’educazione musicale, alla lettura o all’ascolto, divenne una concreta forma d’istruzione e, come tale, si trasformò in coesione culturale per il tessuto sociale, non di rado in mestiere per i giovani talenti.
Il pensiero di Patria, cioè l’idea di un’Italia unita, fu difficile a divulgarsi, forse prematuro a scriversi, suggestivo, però, da musicare.
Chi non rivive l’anima del Risorgimento quando si evoca il grido “W Verdi”? Chi
non si rifugia nel ricordo del più grande tra i compositori della Storia
d’Italia quando legge le pagine del Risorgimento italiano? Un connubio
indissolubile che intreccia fra le note di un pentagramma storie di un'epoca
rivoluzionaria, vicende che appartengono ai protagonisti e al loro patriottismo. E così, il ricomporre la vicenda umana ed artistica di uno dei tanti
talenti della musica spesso significa descrivere le vicissitudini dell’amor di patria, riscoprendo prospettive della cultura locale, celate nel silenzio degli archivi.
Ciò che lega il Maestro Giuseppe Manente alla sua fama di Direttore di bande musicali, alla prestigiosa istituzione della Reale Banda della Guardia di Finanza, alle tante opere composte, all’instancabile mestiere di musicante, non può isolarsi dai luoghi della fanciullezza e della formazione giovanile, non fosse altro per il riposo eterno che lo custodisce nella terra di Guglionesi.
GIUSEPPE MANENTE [1867 - 1941]
Giuseppe Manente suonò le sue prime note nel borgo di
Guglionesi (Campobasso – Molise), sotto la guida del papà, il Maestro
Liborio Manente, chiamato a dirigere la Banda musicale della
cittadina molisana negli anni Settanta del secolo decimo nono.
A 7 anni esordì come contralto solista nell'animazione liturgica della musica sacra per la chiesa, sotto la direzione del padre musicista.
A 13 anni si produsse in un pubblico concerto al Liceo Lanza di Foggia come suonatore di tromba.
Il talento del piccolo Giuseppe ebbe modo di crescere con le interpretazioni
musicali esibite insieme alla Banda musicale diretta dal papà Liborio, nella
Piazza Grande di Guglionesi, dove la straordinaria riverberazione del
suono e la complicità di un’architettura accogliente contribuiscono ad esaltare
i repertori dei concerti bandistici che, ancora oggi, si avvicendano con
particolare entusiasmo nelle manifestazioni religiose della stagione estiva.
Nel 1881 il giovane Giuseppe, all'età di 14 anni, fu ammesso a frequentare il Regio Conservatorio di Musica di “San
Pietro a Maiella” in Napoli, studiando la composizione, l’armonia e il
contrappunto con il Maestro Camillo De Nardis e imparando le tecniche
della tromba con le lezioni del Maestro Domenico Gatti. I successivi
perfezionamenti avvennero dapprima al Conservatorio di Madrid, con le
lezioni del Maestro Emilio Serrano, e poi al Liceo Musicale di Santa
Cecilia di Roma, sotto la guida del Maestro Cesare De Santis.
Nel 1910 al Maestro Giuseppe Manente fu affidato, dal Ministro della Guerra,
la composizione di “Frammenti musicali” da destinare all’attività ginnica
dei reggimenti di fanteria. Dallo stesso Ministero, nel Novembre del 1911, fu
nominato alla Direzione della Banda del II Reggimento Granatieri di Sardegna,
alla quale Direzione rimase legato fino al 1918, compiendo anche una tournèe
negli Stati Uniti d’America.
Dal 1921 al 1925 diresse la Banda musicale del Re Fuad in Egitto.
Nel 1925 il Maestro Manente vinse il concorso per la Direzione della
costituenda Banda Musicale della Guardia di Finanza, contribuendo alla
selezione di una formazione di musicanti altamente qualificati, provenienti da
diversi conservatori italiani. Fu, così, il primo Direttore della Banda del
Corpo della Guardia di Finanza, per la quale compose il primo Inno dei
Finanzieri, e che debuttò a Roma, in Piazza Colonna, il 25 Aprile del 1925.
Restò alla guida della prestigiosa Banda sino al 1931, dimettendosi, per
raggiunti limiti d’età, il 3 Febbraio 1932, quando gli succedette il Maestro
Antonio D’Elia, accademico del Conservatorio di Santa Lucia in Roma ed
illustre compositore.
Prima del congedo dalla prestigiosa Direzione il Maestro Manente accettò
l’invito di esibirsi nel suo paese di adozione, Guglionesi, e in occasione delle
festività di Sant’Antonio di Padova diresse, il giorno 12 Giugno 1931, la
Banda musicale della Guardia di Finanza, nella formazione al completo con
120 musicisti finanzieri.
Quel giorno è indelebile nella memoria degli anziani di Guglionesi. Chi ebbe
il privilegio di vivere la giornata di festa racconta di un evento straordinario
per la stessa Banda del Corpo, alla quale il suo primo Maestro volle donare una
delle ultime magistrali direzioni.
Nel corso dell’intensa attività di compositore, Giuseppe Manente firma oltre
600 opere musicali, pezzi per il pianoforte, concerti per il clarinetto,
berceuse per il flauto, melodie per il soprano e sinfonie per l’orchestra. Fu
autore di due opere liriche: “Alla Regata”, opera in un atto su libretto
di Martinetti, in scena nel 1906 al Teatro “Manzoni” di Pistoia; “Il Paradiso
dei Cigni”, operetta in tre atti su libretto di Anton Menotti Buja,
pubblicata a Firenze nel 1939.
Tra le passioni del Maestro un posto particolare occupò il mandolino, per il
quale compose un centinaio circa di brani.
Muore a Roma il 18 Maggio 1941 e le sue spoglie riposano nel cimitero di
Guglionesi, accanto a quelle della moglie Ida Visdomini.
[Testo © Luigi Sorella]
[Testo di Luigi Sorella redatto per il "Festival PerManente"
2004]
Foto del Maestro Giuseppe Manente [archivio fotografico di Luigi Sorella]