12/6/2009 ● Cultura
Trionfo del femminismo femminile
Una forma di ‘ femminismo femminile’ è il comun denominatore tra Sonia Silvano, Julia Barone, Caterina D’Ambra e Kim Pasquale, quattro laureate della comunità italomontrealese ritratte sulla copertina dell’edizione estiva 2009 di Panoramitalia. Basta guardarle, incontrarle e parlare loro per rendersi conto che incarnano una forza prorompente, un desiderio di farcela, di affermarsi. Certo questa energia positiva scaturisce dalla loro gioventu’, ma è anche e soprattutto l’espressione di uno stato d’animo, di una coscienza acquisita sul proprio potenziale umano e sul ruolo sociale che desiderano e si reputano in grado di svolgere. Le canadesi d’origine italiana di seconda e di terza generazione incarnano l’emancipazione che la donna ha conquistato negli ultimi cinquant’anni nella nostra società ed esprimono l ‘armonica integrazione della nostra etnia nella società di accoglimento.
‘Il mio, afferma la dottoressa Sonia Silvano, non è un femminismo proclamato con slogan altisonati. Aderisco ad una forma di ‘femminismo femminile’ che sa trovare il giusto equilibrio tra valori tradizionali derivati dalla mia origine italiana e la coscienza del mio valore come persona e come professionista che una realtà evoluta, come quella urbana montrealese in cui sono nata e mi sono formata, mi consente di avere. Considero il perseguire una carriera nel campo della medicina la manifestazione naturale della mia ambizione e delle mie capacità. Non mi vedo come un’eccezione.Tantissime altre donne d’origine italiana si stanno facendo onore nel campo specifico che hanno scelto.’ Sonia Silvano è nata a Montreal 26 anni fa da genitori d’origine molisana e campana. Il padre Pasquale, consigliere e programmatore finanziario con la Royal Bank è nato a Guglionesi, vicino a Termoli, ed è arrivato a Montreal nel 1963. La madre, Josie Agostinelli,insegnante di professione, è di San Bartolomeo in Galdo, nel beneventano. Sonia ha una sorella piu’ piccola, Sabrina, che si è appena laureata in giurisprudenza all’Université de Montréal. ‘ A casa nostra l’istruzione è sempre stata considerata un valore fondamentale. Fin da bambina ho scoperto un interesse particolare per la scienza. Ho completato il dottorato all’Université de Montréal e dal primo luglio 2008 lavoro come generalista al pronto soccorso dell’ospedale Maisonneuve-Rosemont.Credo molto nella verità del giuramento di Ippocrate. La medicina deve possedere e mantenere una dimensione etica. Il mio lavoro mi dà la massima soddisfazione perché aiuto concretamente la gente.’
Propositi analoghi sono espressi anche da Julia Barone. Dopo aver completato una laurea breve (B.A.) in biologia, ha ottenuto un Master of Science in Genetic Counselling, una nuova branca della facoltà di medicina dell’università McGill. Julia è nata a Montreal 25 anni fa. Suo padre, Armando Barone è calabrese, di Dipignano in provincia di Cosenza. La madre, nata a Montreal, è di origine siciliana, di Aragona in provincia di Agrigento. Julia lavora dal primo giugno come consigliere in genetica all’ospedale Sainte Justine di Montreal dove studia le cause biologiche e genetiche di malattie, come il sintomo di down, suscettibili di essere trasmesse. Il suo lavoro richiede una grande empatia psicologica: insegnare ai genitori come comportarsi se hanno un bambino ritardato mentale o con un difetto genetico ereditario di nascita. ‘È un campo della medicina abbastanza recente, spiega Julia. L’ho scelto perchè mi permette di fare quello che adoro fare: aiutare la gente ed essere socialmente utile.Ne ricavo una grande soddisfazione sia emotivamente che intellettualmente, perchè mi spinge ad aggiornarmi continuamente.’ Non mi considero un’eccezione, continua Julia. Tutte le mie amiche, in gran parte d’origine italiana, hanno studiato e fatto carriera in diversi campi. Apparteniamo ad una generazione che, senza essere femminista, crede nella uguaglianza dei sessi e nelle pari opportunità sociali.’
Anche Caterina D’ambra, italomontrealese di 23 anni, sposa una visione del mondo e del suo ruolo di donna e di insegnante che è in sincronia con le parole di Sonia e di Julia. Il padre di Caterina,un imprenditore edile, è di Marigliano, in provincia di Napoli. Sua madre è nata a Montreal, ma la famiglia era originaria di San Nicola di Ardore, in provincia di Reggio Calabria. Suo fratello lavora come tecnico nell’industria dell’aerospaziale e la sorella maggiore sta completando un master in nursing all’università di Ottawa. Caterina ha completato a pieni voti una specializzazione in psicologia all’università Concordia.Ha cominciato ad insegnare come supplente a 17 anni nelle scuole della Montreal English School Board. Ha scoperto cosi’ sul campo la sua vocazione, quella di insegnante. ’ Mi piace tanto il contatto con i giovanissimi. Una maestra deve saper incoraggiare la fantasia, la creatività, la stima di sè degli alunni, ma saper anche far capire loro l’importanza del rigore e della disciplina.Questo è il compito di una buona insegnante. Ecco perché questa professione mi piace tanto. Formare la nuova generazione è il compito che mi sono dato nella vita.Essere moglie e madre non esclude avere una carriera.’
Se fisicamente Caterina D’Ambra incarna una bellezza mediterranea, Kim Pasquale fa pensare subito ad un tipo fisico nordico.La bionda Kim Pasquale di 22 anni è l’incrocio umano di Peppino Pasquale, un molisano di Pietracatella giunto in tenera età a Montreal e della bionda Andrée Coulombe, una quebecchese originaria della regione del Saguenay- Lac Saint Jean. Peppino ed Andrée sono sposati da 28 anni. Andrée possiede e gestisce un salone di parrucchiera e di un centro di abbronzatura.Kim ha un fratello piu’ grande, Nicholas, che fa l’elettrecista. Dopo le scuole elementari in lingua francese, Kim ha frequentato il Vanier College in inglese( major child studies) ed in seguito l’università McGill dove ha completato una laurea breve in pedagogia (B.A. in Education). ‘ Ho sempre avuto in me il desiderio di diventare insegnante, spiega Kim ed i miei genitori mi hanno sempre e molto incoraggiato. Sono cresciuta in un ambiente familiare perfettamente bilingue, francese ed inglese. Ma con i miei nonni ho sempre parlato e continuo a parlare italiano. Ho riscoperto la parte italiana in me quando ho frequentato il liceo, (Lester B Pearson High School). Anche se sono cresciuta in una tipica famiglia italo-canadese, mi vedo come una femminista. Mi piace essere indipendente ed avere una carriera, credere in me stessa.’
Contrariamente a quanto si possa credere, appartenere ad una forte tradizione non esclude la piena realizzazione di sé come donna e come professionista. Ne sono la conferma le parole di Sonia, Julia, Caterina e Kim, quattro validi esempi di giovani professioniste. ‘ll valore della tradizione, spiega kim, consiste nel sapere adattarlo ai propri bisogni. Non è questo il bello di essere italocanadesi? Io credo proprio di si’.’