31/10/2018 ● Poesia
Maledetto giovedì d’ottobre
Perché ha i fatto tremare l’antica terra molisana?
Perché hai rubato l’azzurro del cielo per trasformarlo in tante tende, tutte
uguali al di fuori, ma con diversi drammi in ognuna di esse?
Perché hai trasformato la gioia in angoscia e disperazione? L’incoscienza e il
gioco dei bambini in tragedia indimenticabile?
Perché hai voluto abbattere secoli di storia? cancellare in trenta secondi anni
di sacrifici e duro lavoro, molto spesso lontano dalla terra natia?
Perché hai voluto che conoscessimo la silenziosa solidarietà dei volontari, che
da tutta la penisola hanno messo a disposizione le loro mani per scavare tra le
macerie, in una impari lotta contro il tempo?
Perché hai voluto ricordarci che esiste ancora la paura, stampandola nei volti
fieri e dignitosi della gente molisana?
Perché proprio noi?
Perché i nostri figli?
Intanto che l’uomo è sempre più impegnato a trovare le sue risposte, a
tormentarsi nei suoi infiniti perché, a volte, non si accorge della presenza
amica di Dio, che può trovare nello sguardo del fratello bisognoso, nel povero e
in chi gli è accanto. Forse, ogni tanto, bisogna sentirsi veramente soli,
toccare il fondo, per far si che il desiderio e la Sua ricerca continuino ad
ardere sempre più forte nei nostri cuori, essendo unica certezza, conforto e
speranza.
[Composizione scritta dopo il tragico terremoto del Molise nel 2002]