20/4/2012 ● Politica
Piano sanitario regionale, il punto di vista dell'Assessore Di Sandro
In relazione alla discussione sul Piano sanitario regionale, l'Assessore alla
Sanità, Filoteo Di Sandro, ha inteso chiarire, a seguito delle numerose
sollecitazioni sul tema, la propria posizione in riferimento essenzialmente ai
due aspetti più importanti che riguardano la rete ospedaliera e l'integrazione
pubblico/privata.
«Riguardo alla rete ospedaliera - ha detto Di Sandro - ribadendo la centralità
della sanità pubblica nel sistema sanitario regionale, penso che vada
sicuramente chiarito il ruolo ed il futuro dei presidi ospedalieri esistenti in
regione che vanno a mio avviso valorizzati secondo le specifiche peculiarità e
professionalità presenti.
L'ospedale di Agnone deve essere organizzato quale "Presidio di montagna" a
servizio dei cittadini dell'intera zona montana e del vicino Abruzzo stipulando,
con qust'ultima regione, un apposito Accordo di confine. La struttura dovrà
essere dotata di un'area chirurgica, una medica e una dei servizi. Per
l'ospedale di Termoli, confermato come DEA di I Livello, bisogna procedere ad un
riequilibrio dei posti letto incrementandoli con almeno ulteriori 20 posti in
considerazione del contesto territoriale e del bacino di utenza che si
intensifica particolarmente nel periodo estivo. Per l'ospedale di Larino, oltre
a quanto già previsto, in termini di posti letto disponibili, dai due precedenti
decreti commissariali (Lungodegenza, Riabilitazione, Primo Soccorso con
osservazione breve, Oculistica, Day Hospital, Day Surgery) occorrerebbe
prevedere anche un Servizio regionale di Neuropsichiatria infantile. L' ospedale
di Venafro deve configurarsi come una struttura medico-riabilitativa, con
annessa Lungodegenza, e RSA. Presso il Presidio deve rimanere il Punto di Primo
Soccorso con osservazione breve, ben organizzato per far fronte alle esigenze di
quel territorio e si potrebbe prevedere l'istituzione di un Centro regionale di
prevenzione, diagnosi e cura per i Disturbi alimentari (anoressia, bulimia,
obesità).
L'ospedale Cardarelli deve rimanere un presidio centrale nel sistema sanitario
molisano, come unico centro Hub di riferimento regionale, inserendo al proprio
interno, naturalmente, tutte le specialità a garanzia dell'intera regione e
dell'intera rete ospedaliera regionale. L'ospedale di Isernia deve mantenere la
sua funzione centrale nella provincia come DEA di I Livello, operando meglio in
ragione delle dotazioni previste e dell'efficace funzionalità degli altri
nosocomi vicini (Venafro e Agnone)».
«Tutti i presidi ospedalieri regionali - ha chiarito l'Assessore - devono essere
dotati di adeguate attrezzature tecnologicamente avanzate, sostituendo quelle
più obsolete, per poter offrire cure efficienti. Risulta, inoltre, necessario
per le stesse strutture, procedere ad un organico adeguamento infrastrutturale
nel rispetto della normativa sulla sicurezza. Riguardo al ruolo delle strutture
private, penso che queste debbano continuare ad assurgere un ruolo fondamentale
nel Sistema sanitario regionale, valorizzando le proprie eccellenze. Nello
specifico, presso l'Istituto Neuromed vanno potenziate le discipline
neurologiche, mentre per la Fondazione Giovanni Paolo II vanno valorizzate le
eccellenze cardiochirurgiche e radioterapiche; in entrambe le strutture andrebbe
potenziata l'attività di ricerca e di integrazione con l'Università per la
formazione dei nostri studenti».
«Per quanto riguarda, infine, l'integrazione pubblico/ privata ed in particolare
l'ipotesi allo studio di prevedere una integrazione funzionale tra il Cardarelli
e la Fondazione Giovanni Paolo II - ha concluso l'Assessore - credo che se la
Fondazione non dovesse raggiungere i propri obiettivi in termini di produzione
e/o trasformazione in Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, si
potrebbe, in alternativa, ipotizzare anche una sua regionalizzazione, che di
fatto porterebbe a migliorare e qualificare l'offerta sanitaria della regione.
Rispetto a temi fondamentali per la garanzia della salute penso che una
programmazione efficace debba mettere non solo il cittadino al centro del
sistema, ma anche il contesto territoriale, che, in questo caso, è fatto di un
patrimonio di professionalità di strutture ed eccellenze che vanno ripensate e
ottimizzate giammai rimodulate solo seguendo la logica dei numeri.
Di Sandro ha voluto anche intervenire sulla questione sollevata da alcuni
quotidiani circa la sua mancata partecipazione alla riunione tenuta in Consiglio
regionale con i Comitati civici
«Rispetto all'incontro tenuto ieri in Consiglio regionale - ha puntualizzato Di
Sandro - mi sembra opportuno chiarire che la mia assenza non è dovuta alla
volontà di non confrontarmi con i comitati civici o di "defilarmi", come è stato
scritto, anzi avrei partecipato volentieri e avrei ascoltato le posizioni e le
problematiche espresse dai comitati, ma l'incontro è stato organizzato con la
Conferenza dei capigruppo e io non sono stato invitato».