24/7/2011 ● Foto
Il Vescovo apre la sua casa all'arte, inaugurata l'esposizione "Maria" (fino al 20 agosto)
[Testo di introduzione alla mostra, redatto da Sua Ecc. Mons. Gianfranco De Luca, Vescovo della Diocesi di Termoli-Larino]
Maria: è l’accadere del Mistero.
In lei e grazie a Lei Dio non è un’Idea, il Motore Immobile, il Grande
Architetto, ma l’Amore Incarnato, il Verbo che mette la tenda in mezzo a noi:
l’Emmanuele.
In Lei e grazie a Lei, l’uomo è capace di Dio, suo partner, partecipe della sua
stessa vita.
Cosa sarebbe la terra senza Maria: un luogo di paura e di solitudine, di lotta e
di competizione; una landa: dove ci si rincorre per uccidere, dove si trascorre
il tempo per attendere la morte.
E il cielo? Un’isola lontana e irraggiungibile, un monte inaccessibile, abitato
dalla Solitudine di un dio disinteressato della sorte degli uomini.
Questo la nostra gente lo sa, da sempre, o meglio da circa due millenni, da
quando il cristianesimo ha attecchito nelle nostre vallate, grazie all’azione
dei primi evangelizzatori.
Lo ha testimoniato. Innalzando luoghi di culto a Lei dedicati, e impreziosendo,
lungo i secoli, le proprie chiese con dipinti, affreschi, tavole che la
rappresentano in tutte le tappe di quel singolare pellegrinaggio della fede che
è la sua vita e in tutte le prerogative che man mano ha riconosciuto e
celebrato in lei: dall’Immacolata Concezione all’Assunta nella gloria del
cielo.
Ora noi, in quelle opere e in quei luoghi, abbiamo la possibilità di raccogliere
la testimonianza di quella fede, che è la nostra. E contestualmente di ammirare
la Bellezza, che attraverso mani esperte di cuori e menti illuminate è diventata
immagine, dipinto. Un patrimonio che ci appartiene e siamo chiamati a custodire
e rendere fruibile, ma che nello stesso tempo ci invita a ridare al nostro cuore
(ri-cor-dare) le radici della nostra esistenza e del suo senso profondo.
Tutto questo, da qualche anno, ha spinto la nostra chiesa diocesana a mettere in
atto un percorso culturale, come un pellegrinaggio lungo la storia e attraverso
il territorio, che ha le sue stazioni temporanee nelle mostre che vengono
allestite annualmente, un suo centro operativo nel Museo Diocesano che vedrà il
suo avvio nel prossimo autunno, le sue fermate nelle belle e ricche chiese del
nostro Basso Molise.
La scelta dell’episcopio come sede della mostra, di questa e delle altre che
verranno, vuole evidenziare il rapporto profondo che c’è tra il Vescovo, segno
dell’unità dell’intera chiesa diocesana, il territorio e la sua storia. La porta
che si apre ai visitatori racconta di una chiesa che si fa compagna, e, anche se
incamminata verso la Patria celeste, non rimane estranea alla storia e alla vita
degli uomini, anzi ne custodisce la memoria, ne coltiva la Bellezza e rimane
fermento di vita buona nella società.