1/4/2011 ● Politica
Emergenza profughi, il Molise pronto all'accoglienza
«Ci siamo impegnati a definire un percorso per i profughi che potranno
arrivare ad un totale numerico di 300 o 400 unità. Per i clandestini siamo in
attesa delle decisioni del Governo nazionale».
E' la risposta del Presidente Iorio all'Accordo di solidarietà sull'emergenza
profughi, illustrato nel corso del vertice romano di Palazzo Chigi. Nella
riunione sono stati anche comunicati i dati dell'emergenza.
Sono in tutto 22 mila le persone sbarcate in Italia nelle ultime settimane. Di
questi, 20 mila avrebbero lo status di clandestini - in grandissima parte
tunisini -, mentre 2 mila, al momento, in quanto provenienti dalle zone di
guerra, sarebbero da ritenersi rifugiati o profughi. All'interno di questi
numeri, tra i 400 e i 500 sarebbero i minori non accompagnati. Fino ad oggi, 18
mila risultano ospitati in Centri di accoglienza per l'identificazione, Centri
che sono per la prevalenza stazionati nel Mezzogiorno. I rimanenti 4 mila sono
in attesa di sistemazione.
Il Presidente Iorio ha precisato che tutti gli oneri per la gestione
dell'emergenza profughi saranno interamente a carico del Governo centrale.
«Come Regioni - ha detto il Presidente Iorio - condividiamo la necessità della
definizione di un Piano per la sistemazione dei profughi, che attualmente sono 2
mila ma che potrebbero, come evidenziato da alcune analisi approfondite fatte
dal Governo, arrivare a 50 mila nelle prossime settimane. Per questi,
evidentemente, va immaginato un soggiorno prolungato per giungere ad una
graduale integrazione definitiva con la popolazione locale. Su questo punto le
Regioni hanno dato la disponibilità a fare la propria parte coinvolgendo gli
Enti locali, le Protezioni civili regionali e gli altri organismi operanti sul
territorio».
«Per quanto riguarda, invece, i clandestini, - ha continuato Iorio - la
competenza e il coordinamento sono espressamente dello Stato centrale e, quindi,
del Ministero dell'Interno. I Centri di accoglienza e identificazione devono,
infatti, essere opportunamente realizzati, chiusi e controllati dalle Forze
dell'Ordine. Questi Centri vanno dislocati nelle varie regioni del Paese, anche
in quelle che al momento non ne ospitano».