Articolo
tratto dal sito Internet: http://www.primonumero.it/termoli/rubriche/ilsogno.htm
C’è
una donna che vive da sempre in Canada, in una splendida villa di
legno immersa nel verde da cartolina del paesaggio nordamericano.
Questa donna ha 55 anni, tre figli ed è sposata con un
italo-americano di origine calabrese che non sa neppure da quale
paesino sperduto siano partiti all’inizio del secolo i suoi nonni.
Anche lei è di origine italiana. Sua nonna è partita da Guglionesi
nel 1907, con una bambina di tre anni al seguito. Questa bambina è la
madre della donna, che quando ha messo piede in Canada era troppo
piccola per ricordare il Molise.
Questa donna e il marito sono cresciuti in Canada, a Ottawa, senza
aver mai messo piede in Italia. Insieme, lei e lui, hanno solo
immagini sfocate di valige di cartone ammassate su un piroscafo.
Saluti italiani di fazzoletti bianchi, speranze nascoste in fondo al
cuore di iniziare una vita nuova nell’America miracolosa che
spalanca le braccia a tutti, ma proprio tutti, gli emigranti.
Ma la donna ha anche un sogno: vuole visitare il paese della nonna e
della madre, un paese che immagina di strade sterrate e carri
trascinati dai buoi che attraversano campi di grano, vigneti e alberi
di olive. La donna è affascinata soprattutto dagli oliveti, non ne ha
mai visto uno in vita sua.
Tanti anni fa, dopo la seconda guerra mondiale, un lontano parente ha
scritto una cartolina da Guglionesi. La cartolina è sbiadita, si
legge soltanto il nome del paese del mittente e una via, via Roma. Lei
ha conservato gelosamente la cartolina, ogni tanto la guarda e sogna
di potere arrivare a Guglionesi. Ma non sa niente di Guglionesi, lo
conosce solo come un puntino scuro segnato sull’atlante geografico.
Per anni cerca di rintracciare qualche familiare della nonna, ma tutti
i tentativi sono inutili. Guglionesi resta un sogno di nostalgia, una
parola scritta da una mano incerta su una cartolina ingiallita.
Poi
arriva Internet. La Grande Rete che unisce gli estremi del pianeta
nello spazio di pochi secondi. La donna è una grande navigatrice di
Internet. Trascorre molte ore al giorno davanti il monitor del suo Pc.
La donna cerca ancora Guglionesi, e in una pagina web scova
l’indirizzo e-mail di una persona che vive a Guglionesi. Controlla,
incredula. Guglionesi, Molise, a pochi chilometri da Termoli. E’
proprio il paese della nonna, dove in qualche casetta diroccata è
nata sua madre. Il paese della cartolina che conserva dopo tanti anni.
La persona che vive a Guglionesi è un professionista, un notaio.
La donna gli scrive, piena di speranza. Il notaio le risponde.
La donna chiede informazioni su case, strade, chiese, abitanti. Il
notaio le risponde.
La donna gli confida il suo sogno di visitare Guglionesi, il notaio la
invita con tutta la famiglia. Internet, la Rete. La donna sale col
marito e i figli su un aereo, l’aereo atterra a Roma. Salgono su un
autobus, arrivano a Termoli. Alla stazione dei pullman c’è il
notaio. Li carica sulla sua auto e dopo 15 minuti arrivano a
Guglionesi. La donna piange di gioia. Per due settimane visita il
paese. Ogni angolo, ogni mattone, ogni vicolo. Le piazzette che si
aprono inaspettate dove i gatti radagi si godono il tiepido sole
autunnale. I panni stesi sulle corde che sventolano come bandiere e
frusciano sopra le grida dei bambini che parlano una lingua aspra e
sconosciuta. Le sembra di perdersi in mezzo a una ragnatela di viuzze
strette del paese vecchio, infinitamente lontane e diverse dalle
strade di Ottawa disegnate con precisa razionalità su una pianta
quadrata. Rintraccia i suoi lontani parenti, abbraccia un vecchio che
ancora ricorda sua nonna.
E un giorno si fa accompagnare in un oliveto, guarda in estasi gli
alberi rugosi che grondano di piccoli frutti verde scuro. Stacca
un’oliva, se la porta in bocca tra lo stupore generale. Mastica la
polpa amara. "Non sono come quelle del supermarket" dice
sorridendo al notaio. Forse vuole dire che sono più buone. Forse
vuole dire che hanno il nocciolo. Non importa. Mette in valigia una
piccola bottiglia di vetro colma di olio extravergine novello. Dice
che lo userà il giorno del Ringraziamento, al posto del burro per far
cuocere il tacchino ripieno. La donna riparte felice verso il Canada.
Questa storia è vera. E’ successa tra settembre e ottobre 2000.
Poco tempo fa.
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