Da
"L'Accademia 2001" n.116, Molise, Termoli 11 marzo 2001,
Commenti, pag.39.
Nell'ottica
della nostra Delegazione, di vedere all'opera ciascun Accademico quale
Simposiarca, questa volta il ruolo organizzativo è toccato al brioso
e versatile Pasqualino Marino, del quale gli Accademici termolesi si
sono abituati a "gustare" le deliziose letture delle belle
poesie vernacolari locali, il più delle volte cadenzate sul menù di
circostanza. L'impegno di Pasqualino è stato encomiabile per cui gli
Accademici non è stato difficile tributare al novello Simposiarca il
massimo dei voti e lode. La cucina, assai tipica, esprime bene quello
che nel territorio si mangiava nel passato più o meno recente, ancora
oggi consumato da famiglie basso-molisane, e guglionesane in
particolare, che reputano immotivato troncare i rapporti gastronomici
con le proprie origini. Tutto il menù può dirsi ottimo. Un solo,
piccolo neo, che ha molto probabilmente impedito al Simposiarca di
ricevere anche il bacio accademico, lo si è riscontrato nel primo
piatto gustato, vale a dire le orecchiette incatenate. In questo
piatto, infatti, si sono riscontrati lardelli di maiale inesistenti
nella ricetta originale. Ma non dimentichiamo che il locale è
denominato "Cicerone" e da tanto nome forse la licenza
poetica dovevamo aspettarcela. La conviviale si è simpaticamente
chiusa tra le letture di amene poesie
dialettali e sorsi di tisana digestiva che lo stesso Pasqualino, da
buon speziale, ha preparato e offerto ai divertiti Accademici e ospiti
intervenuti al convivio.
Articolo
segnalato a Fuori Porta da Nicola Antonio Sappracone.
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